Etiopia inaugura diga su fiume Omo, allarme degli ambientalisti

Raddioppia la sua capacità di produzione elettrica

DIC 17, 2016 -

Addis Abeba, 17 dic. (askanews) – L’Etiopia ha inaugurato oggi la diga più alta dell’Africa: un progetto che consentirà al Paese, quasi privo di altre risorse energetiche, di raddoppiare la sua disponibilità di elettricità, ma che secondo gli oppositori mette in grave pericolo l’ecosistema e la vita delle popolazioni indigene e minaccia il lago kenyano di Turkana, classificato patrimonio mondiale dell’umanità.

L’inaugurazione della diga, 243 metri di altezza, è avvenuta “alla presenza di ministri e ambasciatori provenienti da diversi paesi, tra cui il primo ministro Hailemariam Desalegn”, come ha annunciato la radio di stato Fana sul suo sito web. “Gibe III”, che si trova circa 350 chilometri a Sud-ovest della capitale Addis Abeba, è la maggiore di una serie di dighe idroelettriche che l’Etiopia ha costruito lungo il fiume Omo, che scorre da nord a sud.

A pieno regime la diga dovrebbe raggiungere una capacità di 1870 megawatt, la terza più potente diga idroelettrica dell’Africa, e porterebbe la capacità energetica dell’Etiopia a 4.200 megawatt. Una quota dell’energia generata da “Gibe III” dovrebbe anche essere esportata verso il Kenya. La produzione di energia elettrica di “Gibe III” è destinata a compensare il calo di produzione idroelettrica delle altre dighe causata dalla siccità, particolarmente grave quest’anno.

La costruzione, iniziata nove anni fa, ha subìto molti ritardi e avrà un costo finale di 1,5 miliardi di euro, finanziato al 40% dallo Stato e per il restante 60% da un prestito dalla banca cinese China Exim Bank.

L’Etiopia, uno dei paesi più poveri del mondo, scommette molto sul suo notevole potenziale di energie rinnovabili per alimentare il rapido sviluppo economico (il pil è cresciuto del 10,2% nel 2015). Addis Abeba, non vuole solo diventare autosufficiente in energia elettrica, ma ha anche l’obiettivo di esportare nei paesi vicini: punta ad aumentare la capacità idroelettrica a 40.000 MW entro il 2035, principalmente grazie alle acque del Nilo. La diga del “Grande Rinascimento”, un altro progetto controverso in costruzione sul Nilo Azzurro, dovrebbe raggiungere una capacità di 6.000 megawatt, l’equivalente di sei reattori nucleari.

Gli oppositori della diga “Gibe III” temono che questa sconvolga la vita di centinaia di migliaia di persone che vivono a valle del lago Turkana nel vicino Kenya e condanni a morte il lago le cui acque sono alimentate all’80% da fiume Omo. La parte meridionale della valle dell’Omo e il Lago Turkana sono entrambi Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Nel 2011, il Comitato per il Patrimonio Mondiale dell’Unesco, l’agenzia delle Nazioni Unite per la cultura e l’istruzione, aveva invitato il governo etiope “a fermare immediatamente tutti lavori” di Gibe III. Nel 2014, l’ong Human Rights Watch ha accusato il governo di deportare centinaia di migliaia di persone dalla valle dell’Omo per liberare terreni ove installare le piantagioni di canna da zucchero e di cotone, irrigate dalla diga.

(con fonte afp)