Macedonia alle urne, cinque cose da sapere, dal nome a Madre Teresa

Domani alle urne per tentare di porre fine a due anni di crisi

DIC 10, 2016 -

Skopje, 10 dic. (askanews) – La Macedonia va domani alle urne, sotto l’occhio vigile dell’Ue. Ecco cinque cose da sapere sul piccolo Paese balcanico, di cui lo stesso nome è oggetto di eterne contestazioni.

NOME CONTESTATO

All’Onu, la Repubblica Macedonia viene indicata con un acronimo: FYROM in inglese, ovvero “Former Yugoslav Republic of Macedonia”, Repubblica ex Jugoslava di Macedonia. Questo a causa di un insolubile conflitto con la Grecia, per cui la Macedonia è storicamente, e altro non è ammesso, una sua provincia settentrionale. Se molti Paesi hanno superato il ‘tabù’ macedone nella pratica diplomatica quotidiana, ma la querelle è un serio ostacolo per le aspirazioni europee e di integrazione NATO macedoni.

SCAMPATA ALLA GUERRA, MA CI SONO TENSIONI TRA SLAVI E ALBANESI

Su due milioni di abitanti, la maggioranza è costituita da slavi-ortodossi, ma la minoranza albanese rappresenta tra il 20 e il 25% della popolazione. La Macedonia è rimasta fuori dai conflitti intercomunitari che hanno devastato l’ex Jugoslavia negli anni Novanta, ma il vaccino sembra aver finito il suo effetto nel 2001, con la sollevazione dei ribelli albanesi, appoggiati dall’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck). La crisi viene superata dopo mesi di scontri con le forze governative, costati la vita a oltre 100 persone. Con gli Accordi di Ocrida gli albanesi ottengono maggiori diritti e la questione intercomunitaria viene depotenziata. Non è chiaro se nuove tensioni siano legate alla misteriosa vicenda di Kumanovo, dove a maggio 2015 vengono uccisi 14 albanesi, definiti “terroristi” dal governo, e otto poliziotti. Le autorità sono state accusate di aver usato i fatti di Kumanovo per distrarre l’attenzione del Paese dalla crisi politica.

DA QUASI DUE ANNI NEL CAOS POLITICO

Le ultime elezioni sono state accompagnate da accuse di frode. La situazione si è fatta tesa a gennaio 2015, quando l’opposizine social-democratica (SDMS) ha rivelato le intercettazioni a tappeto di migliaia di oppositori, giornalisti, anche esponenti religiosi e ha puntato il dito cotnjro la destra nazionalista al potere (VMRO-DPMNE). Le intercettazioni hanno anche confermato una problema di corruzione endemica e l’amnistia dei sospettati ha fatto scattare proteste e manifestazioni la scorsa primavera. La Rivoluzione dei colori però si è presto sgonfiata. Le elezioni di domani hanno come obiettivo l’uscita da questa situazione di crisi.

PAESE TRA I PIÙ POVERI D’EUROPA

La Macedonia è uno dei Paesi più poveri d’Europa, con la disoccupazione al 25% e un tasso di crescita del 3,%5 nel 2015, che la Banca mondiale ha giudicato comunque insufficiente per sperare che il livello di vita possa convergere entro 20 anni con quello dei nuovi Paesi membri dell’Ue. Nel 2016, la crescita del Pil è rallentata, a +2,2% e il Fondo Monetario Internazionale è preoccupato dal debito pubblico macedone.

DUE ORGOGLI NAZIONALI (CONTESTATI)

Due figure storiche riempiono di orgoglio i macedoni: Madre Teresa e Alessandro il Grande. Ma anche qui c’è una duplice disputat: il condottiero dell’antichità è rivendicato dai greci, la religiosa poi naturalizzata indiana nacque sì a Skopje, ma per Tirana nno vi è dubbio: è albanese.