Austria, pena di morte? Candidato populista Hofer tira il freno

Parole grosse e scambi di accuse a ultimo duello tv presidenziali

DIC 2, 2016 -

Roma, 2 dic. (askanews) – Sono volate parole grosse all’ultimo dibattito tv tra i due contendenti alla presidenza austriaca, Alexander van der Bellen e Norbert Hofer. Se i due precedenti incontri televisivi si erano svolti all’insegna del “politically correct”, questa volta il candidato ecologista e il suo avversario populista si sono gettati addosso non poco fango e pesanti accuse, volte a minare la credibilità del concorrente: “bugie, bugie” è stata la parola più usata da entrambi, ma anche “spia” al servizio di poteri stranieri e di “figlio di nazisti”.

Ma nel corso del dibattito, a tre giorni dal ballottaggio di domenica, il candidato del Fpoe (partito della libertà, espressione dell’estrema destra populista e xenofoba) ha cercato soprattutto di correggere il tiro su una sua precedente affermazione riguardante un possibile referendum sulla reintroduzione della pena di morte: “Sono convinto che le persone hanno il ‘fiuto’ su quali temi possano essere sottoposti a referendum e quali no, e la reintroduzione della pena di morte non è conciliabile con i nostri principi”, ha chiarito Hofer che ha fatto tutta la sua campagna in favore di una maggiore democrazia diretta. Questo significa “… che io respingo fermamente una consultazione su questo tema”, ha sentenziato Hofer, accusando i media di aver travisato le sue parole.