Austria, il Fpoe di Hofer: da SS, razzismo e Haider alla presidenza?

Il Freedom Party dalle origini a oggi

DIC 1, 2016 -

Vienna, 1 dic. (askanews) – Norbert Hofer, candidato del partito austriaco Freedom Party (Fpoe) per le presidenziali, potrebbe diventare il primo capo di Stato di estrema destra tra i Paesi dell’Unione europea. Il suo partito, un tempo guidato da un ex ufficiale delle SS, si è via via in 60 anni piazzato sempre più al centro della politica austriaca, guadagnando consensi e mitigando le sue posizioni apertamente xenofobe, anti-migranti e anti-Ue.

Fondato nel 1956 da un gruppo di ex ufficiali nazisti privati del diritto di voto, ha portato avanti ideologie pan-germaniste e liberali, cercando di rubare nei decenni elettori ai due principali partiti austriaci: i Socialdemocratici (SPOe) e i conservatori del Partito del Popolo (OeVP). Questi due partiti hanno dominato la scena politica austriaca dal 1945 fino a queste presidenziali, in cui i loro candidati sono stati battuti e estromessi dal ballottaggio.

All’inizio degli anni Ottanta, il Fpoe è stato brevemente guidato da una leadership liberale, con la quale il partito è riuscito per la prima volta ad arrivare sulla scena politica nazionale (nel 1983) formando una coalizione di governo con il cancelliere socialdemocratico Fred Sinowatz. Una decisione punita dagli elettori nelle elezioni del 1986, quando il Freedom Party ottenne soltanto l’1,2%, il peggior risultato di sempre.

Toccato il fondo, per il Fpoe iniziò l’era di Joerg Haider, il figlio giovane e carismatico di un ex ufficiale nazista. Sotto la sua guida, dal 1996, il partito si reinventa come formidabile forza populista con slogan xenofobi e anti-europei.

Haider diventa governatore della Carinzia nel 1989 ma è costretto a dimettersi poco dopo per aver lanciato l’idea di una “politica occupazionale” del Terzo Reich. Un decennio dopo viene rieletto alla guida dello stato dove è rimasto fino alla sua morte per un incidente stradale causato dall’alto tasso alcolico nel 2008.

Sotto la guida di Haider il Fpoe ha aumentato di sei volte la sua base, arrivando secondo nelle elezioni del 1999 con il 27%. In quell’occasione dopo il fallimento delle trattative con il Spoe, l’estrema destra forma una coalizione con i conservatori nel 2000, una mossa che solleva molte polemiche estromettendo di fatto l’Austria dalla politica europea.

L’esperienza di governo, però, colpisce lo stesso partito di estrema destra, che perde consensi dopo la fine del mandato. Haider cerca di porre rimedio, rilanciando sugli elementi estremisti, ma senza successo. Nel 2005 Haider esce dal partito per formarne uno nuovo, lasciando campo libero all’ascesa di Heinz-Christian Strache, che reintroduce subito gli slogan e le posizioni apertamente razziste. L’approccio più radicale, però, non si traduce in voti e Hofer, insieme allo stretega Herbert Kickl, lo persuadono ad adottare un atteggiamento meno aggressivo.

Prendendo esempio in particolare dal successo dell’estrema destra francese del Front National di Marine Le Pen, Strache decide di abbassare i toni della retorica focalizzandosi sul welfare, il disagio sociale e la crisi economica del 2008. Nello stesso tempo il Fpoe si inizia a distanziare dalle posizioni neo-naziste, razziste e anti-semite di alcuni suoi importanti componenti.

Il risultato questa volta è stato positivo. Il partito ha ricominciato a togliere voti ai principali partiti e adesso è in testa nei sondaggi per le politiche del 2018.

(fonte afp)