I cubani piangono Fidel, da oggi ceneri in processione verso Santiago

All'Avana presenti molti leader latino-americani a africani

NOV 30, 2016 -

Roma, 30 nov. (askanews) – Centinaia di migliaia di cubani si sono riuniti nella notte all’Avana per commemorare il leader della rivoluzione cubana, Fidel Castro, morto venerdì scorso. Questo nell’imminenza dell’avvio della grande processione che porterà per 800 km le ceneri dell’ex presidente fino al luogo di sepoltura a Santiago del Cuba. Con loro molti leader di paesi sudamericani e africani.

I cubani scesi in piazza hanno cantato “Lunga vita alla rivoluzione!” e hanno scandito il nome di Fidel nella Piazza della Rivoluzione che per decenni ha ospitato i famosi comizi-fiume del Lider Maximo. Una gigantografia di un giovane Castro, con l’iconica barba, in uniforme da guerrigliero e con il fucile campeggiava sul luogo.

Il presidente dell’Ecuador Rafael Correa, un leader di sinistra, ha ricordato l’eredità ideologica di Castro, nel suo discorso alla folla, dicendo: “Noi continueremo a lottare per queste idee. Lo giuriamo!”

Jacob Zuma, il presidente del Sudafrica, ha definito Castro “uno dei più grandi eroi del XX secolo”, citando la sua opposizione all’apartheid e il dispiegamento delle truppe cubane in Angola contro i ribelli nel 1975.

Fidel Castro, che ha governato direttamente e con piglio autoritario Cuba dal 1959 al 2006, è morto venerdì all’età di 90 anni. La causa del decesso non è stata comunicata.

“Fidel sarebbe orgoglioso di vedere questa piazza piena, specialmente di giovani”, ha affermato l’insegnante 46enne Tatiana Gonzalez.

La manifestazione ha avuto luogo dopo che per due giorni una folla infinita ha sfilato di fronte a una foto di Castro nella piazza. I cubani sono anche stati invitati a firmare un giuramento di lealtà alla rivoluzione castrista i libri piazzati presso le scuole e altri uffici pubblici.

Dopo la cerimonia di ieri, da oggi le ceneri di Fidel saranno portati in una “carovana della libertà” nel Paese, che ricalcherà il percorso che fece la sua guerriglia quando celebrò la caduta del dittatore Fulgencio Batista nel 1959. Le commemorazioni finiranno domenica, quando l’urna verrà sepolta nella città orientale di Santiago de Cuba, dove si trovano anche le spoglie dell’eroe dell’indipendenza cubana del XIX secolo José Martì.

Tra i leader presenti all’Avana c’erano anche il venezuelano Nicolas Maduro, il boliviano Evo Morales e il nicaraguense Daniel Ortega, considerati un po’ figli spirituali di Fidel, erano tra i principali dignitari stranieri accorsi a salutare Castro.

Il Venezuela, in particolare, ha a lungo fornito petrolio a basso costo a Cuba, che non riesce ad accedere al credito sui mercati internazionali. Tuttavia ora, con il crollo dei prezzi del petrolio, Caracas ha tagliato questi aiuti, anche perché il Venezuela stesso è in una profondissima crisi economica.

Robert Mugabe, il presidente 92enne da lungo tempo dello Zimbabwe, ha parlato di Fidel come di un “caro fratello” e ha detto che non è stato “solo un leader, è stato il nostro leader e il leader di tutti i rivoluzionari”. Noi, ha aggiunto, “l’abbiamo seguito, l’abbiamo ascoltato e abbiamo tentato di emularlo”.

L’unico leader europeo presente alla cermonia è stato il primo ministro greco Alexis Tsipras. Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Canada e Italia hanno inviato delegazioni a livello di vice. Altrettanto hanno fatto alleati storici di Cuba come la Russia, la Cina e l’Iran. Gli Stati uniti, che hanno scongelato recentemente le relazioni con Cuba, erano rappresentati da Ben Rhodes, uno dei principali collaboratori del presidente Barack Obama. “Noi continuiamo ad avere alcune importanti preoccupazioni sul modo nel quale il governo cubano attualmente opera, particolarmente rispetto alla protezione dei diritti umani fondamentali”, ha detto il portavoce della Casa bianca Josh Earnest.

Donald Trump, il presidente eletto degli Stati uniti, ha dato su Fidel un giudizio sprezzante. A suo dire è stato un “brutale dittatore”. Questo pone delle ombre cupe sul futuro del processo di disgelo tra Cuba e Usa, fondamentale per la ripresa dell’economia dell’isola caraibica. Un problema in più per Raul Castro, presidente e fratello minore di Fidel.