Russia, 10 anni da morte Politkovskaya. E sempre nessun mandante

Novaya Gazeta: "Pensammo di chiudere, il giornale non vale vita"

OTT 7, 2016 -

Mosca, 7 ott. (askanews) – Una sedia vuota e una piccola palma in vaso stanno ancora nel vecchio ufficio di Anna Politkovskaya, conservato come un santuario dai suoi colleghi del giornale d’opposizione Novaya Gazeta. La reporter, già all’epoca stranota per i suoi reportage dalla Cecenia, particolarmente critici nei confronti del potere centrale russo, è stata uccisa il 7 ottobre 2006 nella sala d’ingresso del suo condominio. Dopo otto anni e tre processi, nel 2014, la giuria popolare del tribunale di Mosca ha dichiarato cinque uomini colpevoli dell’omicidio della giornalista. Ma nessun mandante.

L’assassinio, commesso il giorno del compleanno del presidente Vladimir Putin, ha causato onde d’urto in tutto il mondo, soprattutto in Occidente, dove Politkovskaya era molto conosciuta per il suo giornalismo investigativo. “Le abbiamo chiesto molte volte di smettere di coprire la Cecenia, perché era diventato troppo pericoloso”, ha detto il vice direttore del giornale Sergei Sokolov, suo ex collega. “Ma Anna ha detto che non poteva chiudere un occhio su quello che le autorità russe stavano facendo lì”, ha detto.

L’indagine e il processo ha visto una serie di colpi di scena: le autorità inaspettatamente hanno sostituito la squadra investigativa, il killer sospettato è fuggito, tre sospetti sono stati assolti e poi la Corte Suprema ha ribaltato il verdetto.

Durissimo il commento del figlio di Politkovskaya, Ilya: “Alla fine, non c’era nessun tipo di giustizia”, con chiaro riferimento al mandante, mai individuato.

(segue)