Etiopia, atleta medaglia d’argento a Rio ha chiesto asilo a Usa

Dopo il gesto di protesta al traguardo contro repressione governo

AGO 25, 2016 -

Roma, 25 ago. (askanews) – Feyisa Lilesa, medaglia d’argento alla maratona di Rio 2016, non è tornato in Etiopia e sta cercando di ottenere asilo negli Stati Uniti Uniti. Lo ha detto alla Bbc lo stesso atleta etiope che domenica scorsa ha tagliato il traguardo incrociando le braccia sopra la testa a sostegno della causa della sua etnia, gli Oromo, da mesi impegnati in un duro confronto con il governo di Addis Abeba per la salvaguardia della loro terra.

All’emittente britannica Lilesa ha ribadito oggi di temere di essere arrestato o ucciso per il suo gesto di protesta contro la repressione del governo nei confronti degli Oromo, nonostante le rassicurazioni arrivate da Addis Abeba, e di essere ancora a Rio in attesa dell’esito della richiesta di asilo negli Usa che i suoi legali stanno preparando. L’atleta ha precisato di essere in contatto con moglie e figli, che sono ancora ad Addis Abeba e non hanno subito alcuna ripercussione.

Subito dopo la gara di domenica scorsa, in conferenza stampa, Lilesa aveva spiegato così il suo gesto: “Il governo etiope sta uccidendo il mio popolo… ho incrociato le mani a sostegno della protesta Oromo… se parli di democrazia ti ammazzano, se tornassi in Etiopia potrebbero uccidermi o chiudermi in prigione, la situazione è molto pericolosa: ho manifestato per tutte quelle persone che non sono libere”.

Gli Oromo sono stati protagonisti di manifestazioni tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 contro il piano del governo di inglobare terre agricole della regione Oromia in una macroregione della capitale Addis Abeba. Il piano è stato ritirato il 12 gennaio scorso, proprio a fronte delle proteste, duramente represse, che però sono proseguite. Secondo Human Rights Watch, tra novembre e maggio centinaia di persone sono morte e decine di migliaia sono state arrestate. A luglio sono poi scesi in piazza gli Amhara per rivendicare il controllo di un distretto passato sotto il controllo della regione Tigray, di cui il governo è espressione. Gli Oromo e gli Amhara rappresentano oltre il 60% della popolazione etiope, il Tigray il 6%.