Etiopia, atleta protesta a Rio, governo: sarà trattato da eroe

Lilesa, medaglia argento, ha incrociato braccia a sostegno di Oromo

AGO 22, 2016 -

Roma, 22 ago. (askanews) – In un coraggioso atto di sfida, l’atleta etiope Feysia Lilesa, medaglia d’argento ieri alla maratona di Rio, ha attraversato il traguardo con le braccia incrociate sulla testa, in segno di solidarietà con il popolo Oromo, il più popoloso dell’Etiopia, che da mesi protesta contro il governo di Addis Abeba, controllato dalla minoranza del Tigray. Ieri, Lilesa aveva detto alla stampa di temere per la propria vita e per quella dei suoi familiari a causa del suo gesto, ma oggi, interpellato dalla Bbc, il portavoce del governo Getachew Reda ha escluso che l’atleta venga arrestato, sostenendo che sarà trattato come un eroe se decidesse di rientrare in Etiopia da Rio.

“Il governo etiope sta uccidendo il mio popolo… ho incrociato le mani a sostegno della protesta Oromo”, ha detto ieri l’atleta nella conferenza stampa tenuta dopo la gara, aggiungendo di non sapere se tornare in Etiopia, dove ha lasciato moglie e due bambini, perchè “se non mi uccidono, mi mettono in prigione”. Ignorato dai media di Stato, il gesto di Lilesa è stato invece rilanciato e acclamato sui social media, dove è stata subito lanciata una campagna di raccolta fondi a suo favore: gli organizzatori si erano posti l’obiettivo di arrivare a 10.000 dollari, ma al momento ne sono stati raccolti 33.000.

Gli Oromo sono stati protagonisti di violente manifestazioni tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 contro il piano del governo di inglobare terre agricole della regione Oromia in una macroregione della capitale Addis Abeba. Il piano è stato ritirato il 12 gennaio scorso, proprio a fronte delle proteste, che però sono proseguite. Secondo Human Rights Watch, tra novembre e maggio centinaia di persone sono morte e decine di migliaia sono state arrestate. A luglio sono poi scesi in piazza gli Amhara per rivendicare il controllo di un distretto passato sotto il controllo della regione Tigray. Le ultime manifestazioni tenute da Oromo e Amhara all’inizio di agosto sono state represse dalle forze di sicurezza, con la morte di almeno 97 persone, secondo un bilancio diffuso da Amnesty International.

L’Etiopia è uno Stato federale che conta circa 100 milioni di abitanti; quando l’attuale governo arrivò al potere nel 1991, dopo aver rovesciato il regime militare di Mengistu, venne adottata una costituzione federale volta a decentrare il potere, con Stati regionali creati in base ad appartenenza etnica e lingua. Gli Oromo rappresentano il 34% della popolazione, gli Amhara il 27%, il Tigray il 6%. (con fonte Afp)