Georgia, protesta contro ritorno mito Stalin: imbrattata la statua

Su busto appena collocato a Gori. Controversie pure in Russia

MAG 10, 2016 -

Mosca, 10 mag. (askanews) – Vernice rosa a sfregio sul busto di Stalin. È accaduto in Georgia, terra natale del “piccolo padre”, due giorni dopo il collocamento del monumento nel distretto di Gori (regione Shida Kartli). Lo ha reso noto Sputnik dalla Georgia, registrando quanto sia controverso il ritorno del mito staliniano nell’ex spazio sovietico.

Stalin nacque a Gori, dove si trova il museo a lui dedicato. Dopo l’indipendenza della Georgia, proclamata nei primi anni 90, nel Paese caucasico hanno smantellato numerosi monumenti al leader sovietico, nonostante molti sostenitori del “magnifico georgiano” fossero contrari. Quest’ultima scultura ad Ateni era stata collocata in occasione del 9 maggio, Giorno della Vittoria sulla Germania nazista su iniziativa dei residenti Tsitso Chechelashvili e Memii Lotiashvili. “Di notte, uno sconosciuto ha cosparso il busto di vernice”, ha riferito l’agenzia Sputnik. Gli abitanti del posto dicono che un monumento a Stalin sorgeva in questo villaggio già prima, e veniva costantemente danneggiato da ignoti.

In questi giorni di commemorazione storica, di statue e busti di Stalin si parla molto anche in Russia. Il sindaco della città siberiana di Novokuznetsk (ex Stalinsk) Sergei Kuznetsov ha rifiutato di erigere un monumento, ad esempio. Il sindaco ha citato le “contraddizioni della biografia” del magnifico georgiano, così come “la valutazione delle sue attività”, aggiungendo: “è improbabile che producano l’effetto desiderato nella educazione patriottica dei giovani e possano contribuire al consolidamento della società”. Inoltre secondo lui, della vittoria nella II guerra mondiale va fatto omaggio al popolo sovietico. In precedenza, il sindaco di Arkhangelsk Igor Godzish aveva invece approvato l’idea di installare un monumento a Stalin nella città da lui governata.

Una volta onnipresenti, i monumenti a Stalin sono stati cancellati o smontati in Urss già dopo che il leader sovietico Nikita Khrushchev denunciò gli eccessi del suo predecessore nel 1956. Ora però sembra che il piccolo padre stia riconquistando una forte popolarità. Una statua a figura intera dell’ex dittatore sovietico nella regione del Mari El e un busto a Penza, città ad est di Mosca, si aggiungono agli affreschi, ai cimeli e alle rappresentazioni sopravvissute che restano sotto gli occhi di tutti, anche nella metro di Mosca. I comunisti russi inoltre hanno aperto a Penza un “centro Stalin” per “riabilitare il nome” del dittatore e promuovere il suo lavoro a capo dell’Unione Sovietica. “Abbiamo aperto il nostro centro per ripulire il nome di Stalin dopo decenni di calunnie”, ha dichiarato il direttore Georgi Kamnev, deputato locale e capo del partito comunista della regione di Penza.

Il “centro Stalin” occupa due piani di un edificio nel centro della città, che conta oltre 500.000 abitanti e dove la fazione KPRF rimane molto attiva con il 15% dei seggi parlamentari regionali. La missione del centro è quella di assegnare borse di studio a studenti di storia, distribuire manifesti e ritratti di Stalin in città, organizzare conferenze, tavole rotonde, feste e serate letterarie dedicate “ai successi dello stalinismo”.