Tasse volontarie e voto diretto su tutto, “Liberland” pronta al decollo

Il 'presidente' Jedlicka racconta ad askanews i suoi progetti

APR 26, 2016 -

Roma, 26 apr. (askanews) – E’ passato poco più di un anno da quando Vit Jedlicka, cittadino ceco già leader di un partito euroscettico, decise di proclamare la nascita di un Paese, il terzo più piccolo stato al mondo, dopo Vaticano e Principato di Monaco: Liberland. Con al suo attivo 60 uffici di rappresentanza in tutto il mondo, oltre 400mila richieste di cittadinanza e potenziali investitori – attratti anche dall’idea di tasse solo “volontarie” – il presidente di Liberland è pronto a fare il salto. Quest’estate “decine di migliaia di persone parteciperanno ai festival” organizzati per “celebrare Liberland” sul versante serbo del Danubio dal 17 giugno in poi, con il motto del neonato stato “Per vivere e lasciar vivere” e da lì potrebbe iniziare la vera storia del neo-stato.

Un primo passo per prendere “possesso” di quei sette chilometri quadrati rimasti terra di nessuno nella disputa tra Croazia e Serbia. Una terra attualmente spopolata e desolata, ma che per il ‘presidente’ Jedlicka sarà un “Paese fondato sulle persone” e sulle libertà, ha dichiarato in un’intervista ad askanews.

“Prima di coltivare l’idea di creare una società ultraliberale, ho operato in politica in Europa. Come leader del Partito dei cittadini liberi, ho visto con i miei occhi come i governi abusano del potere a danno della società e ho provato a cambiarlo – ha sottolineato – La maggior parte delle strutture politiche sono completamente scollegate dai desideri della gente. In una democrazia moderna, i nostri diritti sono ingiustamente sacrificati – ha aggiunto – e c’è una sovrabbondanza di regolamentazione. Per questo ho deciso di creare Liberland, per dimostrare che un Paese centrato sulle persone è possibile”.

La creazione di uno Stato, però, non è semplice ma Jedlicka ha assicurato che “limiteremo il governo alle funzioni minime della diplomazia, della sicurezza e delle infrastrutture” e successivamente “introdurremo il voto diretto per le modifiche costituzionali” per “testare praticamente la libertà personale” per dare un esempio “al mondo da cui poter imparare”.

L’ambizione non manca al presidente di Liberland che appena un anno fa, il 13 aprile 2015, decise di fondare il nuovo Stato. “Quello che mi ispira ogni giorno è il numero di persone che sostengono Liberland. Una parte del mondo ci stava aspettando. Basta guardare i fatti: Liberland è uno Stato dal punto di vista della legge internazionale, segue la convezione di Montevideo (trattato sui diritti e doveri degli Stati) – ha aggiunto – Siamo riusciti a creare 60 sedi di rappresentanza in tutto il mondo in appena un anno. Ci sono persone che ci promuovono e personaggi conosciuti che vogliono investire centinaia di milioni di dollari. C’è il potere della fede qui. E infine 10 dei governi mondiali ci vogliono aiutare”.

E guardando ai numeri, gli interessati sembrano non mancare: “Abbiamo avuto 405mila richieste di cittadinanza. Circa 90mila sono qualificati per essere cittadini, perché condividono i valori di liberalità. E sorprendentemente 78mila si trasferirebbero a Liberland in futuro. Infine 33mila sono disposti a investire centinaia di centinaia di milioni di dollari per rendere realtà Liberland”.

Uno Stato che punta ad avere poche regole, ma chiare: “Un Paese ultraliberale con componenti statali minime” e, soprattutto, tasse volontarie”, ha sottolineato il presidente che punta molto sul versante del “paradiso fiscale” aggiungendo di “voler dare il buon esempio” perché “stiamo già facendo la storia facendo cose che molti pensavano non si potessero fare”.