Irlanda oggi vota per rinnovare Parlamento, maggioranza in bilico

Coalizione Fine Gael-laburisti potrebbe perdere controllo Dail

FEB 26, 2016 -

Dublino, 26 feb. (askanews) – Gli irlandesi votano oggi per rinnovare il Parlamento. L’esito del voto appare particolarmente incerto, con il partito di centro-destra al potere, Fine Gael, dato in vantaggio, ma senza la maggioranza per formare un governo, mentre la coalizione con i laburisti che controlla oggi l’assemblea di Dublino, il Dail, potrebbe non ottenere il numero di seggi sufficiente a riproporsi alla guida del Paese. “Si tratta chiaramente di un voto contro l’austerità” e “uno dei più imprevedibili” degli ultimi decenni in Irlanda, ha detto alla France presse Jon Tonge, professore di scienze politiche dell’Università di Liverpool. Le urne sono state aperte alle 7 locali, le 10 in Italia, e chiuderanno alle 22, le 23 italiane. Il conteggio dei voti inizierà solo domani mattina.

Se il Paese che conta 4,6 milioni di abitanti è tornato a crescere nell’Unione europea, registrando un tasso del 7% nei primi nove mesi del 2015, gli anni dei sacrifici seguiti alla crisi finanziaria del 2008 e le misure di austerità ancora in vigore hanno lasciato l’amaro in bocca agli irlandesi.

“Vogliono un futuro migliore, senza le sofferenze legate alle misure di austerità”, ha aggiunto Tonge. Forti dei risultati raggiunti in campo economico, il premier uscente e leader del Fine Gael, Enda Kenny, e il leader del partito laburista, Joan Burton, sostengono che solo confermando il loro governo di coalizione si possa “stabilizzare” la crescita economica e finire il lavoro iniziato nel 2011. Ma entrambi in partiti risultano fortemente penalizzati nei sondaggi rispetto a cinque anni fa.

Nei sondaggi il Fine Gael è in testa con il 30% dei voti (sei punti in meno rispetto alle elezioni del 2011), seguito dal partito di centrodestra Fianna Fail con il 20% (+2,6 punti rispetto al 2011) e dai nazionalisti socialdemocratici del Sinn Fein con il 15% (+5 punti rispetto al 2011); il partito laburista conquista solo il 7% dei consensi, registrando un calo di 12,4 punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni. I politici indipendenti, i piccoli partiti (Verdi, socialdemocratici e altri) e i movimenti anti-austerità raccoglierebbero il 28% dei voti (+13 punti rispetto al 2011).

“Credo che Kenny rimarrà primo ministro. Si tratta di una scelta logica”, ha puntualizzato Jon Tonge, evidenziando i risultati raggiunti sul fronte economico. Tuttavia, se alle urne venisse confermato il forte calo di popolarità del partito laburista si complicherebbe il compito di Kenny di ottenere la maggioranza assoluta di 84 seggi su 166, necessaria per formare un nuovo governo. Il premier potrebbe allora cercare di rimanere al potere facendo entrare nella coalizione di governo i piccoli partiti e gli indipendenti, ma questo renderebbe l’esecutivo “molto instabile”. Per cui, secondo Tonge, lo scenario più probabile sarebbe quello di tenere nuove elezioni. (fonte Afp)