Di Paola: alla Francia sostegno militare attivo dei Paesi Ue

L'ex ministro: avviare vera difesa europea e strategia politica

NOV 17, 2015 -

Roma, 17 nov. (askanews) – “La forte invocazione formale a Versailles da parte del presidente Hollande della solidarietà collettiva da parte dei Paesi dell’Unione europea va oltre il livello delle semplici dichiarazioni, richiede sostegno attivo e penso che avrà risposta. Anche dall’Italia, non mi sembra che il presidente del Consiglio abbia intenzione di tirarsi indietro”.

L’ammiraglio Giampaolo Di Paola, ex capo di stato maggiore della Difesa e ministro della Difesa del Governo Monti, traccia ad askanews il possibile nuovo quadro di riferimento e di scenario militare in Europa, alla luce della decisione dei ministri della difesa dell’Unione europea, su richiesta appuntodella Francia a seguito degli attentati di Parigi, di attivareper la prima volta la clausola di assistenza militare reciprocaprevista dall’art. 42.7 del Trattato Ue in caso di aggressionearmata a uno degli Stati membri.

Per Di Paola questo articolo “è di fatto la versione europea dell’art. 5 dell’Alleanza atlantica, e significa che uno Stato sotto attacco ha la solidarietà e il sostegno anche militare degli altri Paesi europei”.

Nessuna missione collettiva Ue all’orizzonte però: “E’ così, faccio presente che le forme di questo sostegno verranno decise da ogni singolo Stato, non ci sarà una missione collettiva ma ogni Paese valuterà come espressare questa solidarietà”.

Hollande ha parlato di stato di guerra, dunque l’Unione europea, attraverso i suoi Stati, potrebbe essere entrata in un conflitto?

“Non dobbiamo avere paura della parola – prosegue l’ex ministro della Difesa – Hollande considera che questo attacco sia da considerare un atto di guerra e chi alza le sopracciglia pensando che non parlandone si esorcizzi la guerra sbaglia. A chi ha questa forte sensibilità ricordo che se l’attacco fosse stato portato a Roma, o a Madrid, il linguaggio usato dal leader di quel Paese non sarebbe stato differente”.

Invece “l’atteggiamento scelto dalla Francia fa parte di un disegno, prendere atto di questa situazione ed anche di utilizzarla, in senso buono, verso finalmente l’avvio di vere politiche della difesa comune europea, sulla quale finora ci si è solo riempiti la bocca”.

Guardando poi agli scenari sul campo, secondo l’ammiraglio di Paola “in questa fase, almeno per le prossime settimane, dal punto di vista militare non cambierà niente, sarà certamente intensificata l’azione dall’aria e questo permetterà di avere un maggior quadro di conoscenze dei bersagli, continuando ad acquisire informazioni”.

“Se poi verrà sviluppata una strategia politica, che si sta delineando dopo gli incontri Usa-Russia ed ancora di più lo sarà dopo che Hollande avrà incontrato sia americani che russi, con il coinvolgimento della Turchia e dei Paesi arabi, questo non sono in grado di dirlo anche se ritengo che un’estirpazione dell’Isis richiederà l’azione di terra, ma non la devono fare per forza i Paesi occidentali, possono farla i Paesi dell’area con il supporto aereo occidentale”.

E l’Italia, quale ruolo può avere in questo scenario? “L’Italia può certamente svolgere un ruolo più attivo nell’azione occidentale dal cielo, con l’aeronautica militare, non quantitativamente come altri, ma qualitativamente, nell’ambito sempre di una strategia politica”. “In questo senso mi sembra di cogliere la direzione, giusta, anche delle parole del premier Renzi, è arrivato il momento di dire pane al pane e vino al vino, anche per quanto riguarda la forma della solidarietà militare, senza falsi pudori”, conclude Di Paola.