Bishkek 27 mar. (askanews) – “Io, oppure il caos”: Islam Karimov,presidente dell’Uzbekistan dal 1989 e tre volte rieletto, non hausato mezzi termini per definire le elezioni presidenziali didomenica, il cui risultato non è peraltro in discussione in unPaese in cui nulla sfugge al controllo dello Stato.
“Giorno verrà in cui i nostri cittadini godranno di una libertàtotale, di tutte le libertà individuali e soprattutto dellalibertà di stampa”, ha vaticinato Karimov nel corso di un comiziotrasmesso dalla televisione di Stato; nel frattempo, gli altritre candidati in lizza provengono da partiti che sostengonoufficialmente Karimov e ne hanno appoggiato la rielezione.
Solo uno di essi, Akmal Saidov, gode di una certa notorietàperché strenuo difensore dei “progressi uzbechi in materia didiritti umani”, progressi che secondo molte ong internazionalisono di fatto inesistenti: proprio la possibilità e la capacitàdel regime di utilizzare impunemente la forza è una dellegaranzie della sua stabilità.
(fonte Afp)(segue)