Monaco buddista mummificato sbalordisce la Mongolia

Esperti eccitati dalla scoperta, gli abitanti attendono con impazienza l'esposione della mummia

FEB 20, 2015 -

Roma, 20 feb. (askanews) – Non ci sono solo le mummie egizie:diverse culture hanno praticato l’arte della conservazione deicorpi a scopo religioso. Una di queste è la buddista nelle suediverse versione. Negli ultimi giorni sta facendo grande rumoretra gli esperti il ritrovamento in Mongolia del corpo mummificatodi un monaco buddista particolarmente ben conservato. Gli espertisono molto eccitati dal rinvenimento e gli abitanti di questogrande paese dell’Asia più profonda attendono con grandeimpazienza l’esposizione dei venerabili resti.La mummia del lama non è antica come quelle delle piramidi. E’stata estratta da una grotta a fine gennaio e, da allora, èdiventata una vedette locale. La stampa ha scritto che, in unprimo momento, era stata rubata da un tombarolo da una “stupa”(reliquiario buddista) nelle remote montagne mongole. Il ladrosperava di venderla al mercato nero, ma le spoglie del lama sisono dimostrate essere una merce difficile da trattare.G. Purevbat, un eminente artista e monaco lamaista, ritiene chela mummia appartenga a un bonzo che si chiamava Sanjjab, vissutotra il 1822 e il 1905. E’ stata ritrovata rannicchiata nellaposizione del loto, che è una delle classiche pose dellameditazione buddista.In Mongolia è praticato un buddismotantrico di tipo lamaista-tibetano. Sanjjab – secondo quantoafferma Paruvbat – era un allievo del lama Geser, una figuraestremamente riverita nel buddismo locale, vissuta tra il 1811 eil 1894.La mummia si è conservata bene grazie al freddo secco del climamongolo e perché è stata protetta da pelli di animali e daun’immersione nel sale. Attualmente è nelle mani dei ricercatoridel centro medico legale di Ulan Bator, la capitale dellaMongolia.“Sta benissimo, s’è conservato meravigliosamente” ha commentatoPurevbat, che l’agenzia France Presse ha potuto incontrare nelsuo monastero che si trova nelle montagne di Ulzii Badruulagch,nelle montagne innevate a 90 minuti da Ulan Bator. “Quando avremoterminato di pulirla – ha aggiunto – allora appariranno i suoiveri tratti”.Le mummie sono rare, ma presenti indiverse tradizioni buddiste. Il processo di conservazione delcorpo è di solito destinato a figure considerate venerabili, chesi siano elevate sulla via del Buddha dopo una rigida ascesi.Questa pratica ha permesso loro di emendarsi dai desiderimortali, accedendo all’illuminazione. “Noi crediamo che essisiano vivi, dunque noi li vediamo come dèi viventi”, spiegaPurevbat. Al momento circolano in rete poche fotografie dellamummia e l’Afp non ha ottenuto l’autorizzazione per vederla.Nelle diverse tradizioni buddiste ci sono diversi processi dimummificazione che vengono praticati. “Si conoscono casi ditentativi – talvolta riusciti – di automummificazione, nel corsodei quali i corpi sono modificati da un difficile processo cheimplica l’astinenza dal nutrimento e culminanti in unameditazione fino alla morte” spiega un esperto di buddismodell’Università di Manchester, Jonathan Mair.Il buddismo lamaista in Mongolia ha subito nell’ultimo secolovicende alterne. Con l’arrivo del comunismo di tipo sovietico èstato represso e, negli anni ’30, almeno 24mila morti sono statitrucidati. Oggi è di nuovo in auge.Il monaco Purevbat non ha dubbi su quale debba essere il destinodelle spoglie di Sanjjab: devono essere riportate alla loro stupad’origine, da dove furono rubate. Si tratta di un remotomonastero nela montagna di Sodnomdarjaa, Lì dove riposa il suomaestro, lama Geser, da dove la mummia fu rubata. “La sua energialo protegge” dice il monaco. “Un uomo ordinario – conclude – nonpotrebbe possederlo, perché è troppo potente. Nessuno se ne puòappropriare”.Mos