Audi: 43 mld di investimenti in 5 anni, 20 bev entro 2027

Duesmann: Al via la più grande offensiva di prodotto del brand

MAR 16, 2023 -

Milano, 16 mar. (askanews) – “Siamo alla vigilia della più grande offensiva di prodotto nella storia di Audi”. Così durante la presentazione dei conti 2022, il Ceo del brand Markus Duesmann che ha quantificato in 43 miliardi di euro gli investimenti nei prossimi 5 anni, di cui 28 miliardi (66%) dedicati all’elettrico e alla digitalizzazione. Esclusa invece al momento la quotazione di Lamborghini: “non è sul tavolo”, ha detto il Cfo, Jurgen Rittersberger. Entro il 2025 Audi, che controlla anche Lamborghini, Bentley e Ducati, intende lanciare 20 nuovi modelli, di cui 10 elettrici che diventeranno 20 entro il 2027 per avere una versione elettrica in ogni segmento di gamma. Dal 2026 Audi lancerà solo più modelli elettrici, fra cui un nuovo suv “entry level” che si posizionerà sotto la Q4 e-tron, mentre già quest’anno è previsto l’avvio del “phase out” dei motori termici, che usciranno definitivamente di scena entro il 2033. Il prossimo modello bev a debuttare a inizio 2024 è l’atteso Q6 e-tron, il primo a essere costruito sulla piattaforma Ppe (Premium Platform Electric) nello storico stabilimento di Ingolstadt dove si produrranno anche le batterie. “La crescita delle vendite di Bev del 44% nel 2022 (118mila unità, il 7,2% del totale) conferma che siamo sulla strada giusta. Il trend prosegue anche nei primi 2 mesi dell’anno con un +40%, nonostante la fine degli incentivi in alcuni mercati, come in Germania dove abbiamo comunque raccolto 20mila ordini per il Q8 e-tron”, afferma Duesmann. Anche le vendite degli altri modelli sono cresciute in gennaio e febbraio: +16% in Europa, +41% negli Usa e +4% in Cina, dove aumenteranno con l’arrivo del Q8 e del Q6 e-tron. Forte di questi numeri, Dusmann si è detto “molto ottimista”, di centrare i target per l’intero anno, anche se ci saranno ancora problemi legati a chip e logistica. Gli obiettivi 2023 prevedono consegne fra 1,8-1,9 milioni di veicoli, ricavi di 69-72 miliardi di euro e un margine sulle vendite del 9-11%. A livello di mercati, Audi punterà molto sugli Stati Uniti dove potrebbe aprire un impianto produttivo per auto elettriche sfruttando l’Ira, l’Inflation Reduction Act da 430 miliardi di dollari. “L’Ira non si può ignorare, l’Ue deve dare una risposta che non sia protezionistica: entro l’anno prenderemo una decisione. L’Europa rimane centrale, ma i costi per lo sviluppo dei veicoli elettrici sono enormi e sono aumentati con il caro energia: servono politiche per la riduzione dei prezzi dell’energia e per l’approvvigionamento di materie prime per le batterie”, ha detto Dusmann. Sullo stop al termico nel 2035, Dusmann ha ribadito che “c’è il rischio che i target al 2030 e al 2035 siano messi in discussione, ma la priorità è fare chiarezza per le case auto, ma anche per i clienti che devono sapere cosa comprare”. Negativo invece il commento sull’Euro 7: “servono modifiche, drenerà risorse dagli investimenti per l’elettrico”, mentre sugli e-fuel “sono meno efficienti dell’elettrico, forse sono più utili in settori come il trasporto aereo e marittimo e nel motorsport”. Audi debutterà in F1 nel 2026 quando saranno adottati gli e-fuel e crescerà il ruolo della power unit elettrica: “è un match perfetto: entrambi abbiamo target di sostenibilità molto ambiziosi”. In Europa oltre al sito di Ingolstadt, Audi punta a rafforzare la produzione anche a Forest in Belgio, dove viene prodotta la Q8 e-tron e in futuro forse anche la Q4 e-tron. Anche in Cina, Audi ha in programma di aumentare la produzione nel sito in partnership con Faw a Changchun, dove saranno realizzati modelli sulla nuova piattaforma Ppe. “La situazione è complessa per questo vogliamo diversificare la produzione nelle aree strategiche: Europa, Cina e Usa”, ha spiegato Dusmann. Quanto al 2022 Audi ha registrato un calo delle consegne del 3% a 1,64 milioni di unità. A pesare soprattutto la flessione in Cina (-7,8% a 647mila unità), principale mercato di Audi, causa chip e lockdown. I ricavi però sono aumentati del 16,4% a 61,8 miliardi di euro grazie all’aumento dei prezzi di vendita, al consolidamento di Bentley e alle performance “record” di Lamborghini e Ducati. Il risultato operativo è aumentato del 37% a 7,6 miliardi pari a un margine del 12,3%, mentre il cash flow è diminuito del 38% a 4,8 miliardi (secondo miglior risultato di sempre) a causa dell’aumento delle scorte per garantire disponibilità di prodotto e per gli investimenti in Cina. Fra i brand il Cfo di Lamborghini Paolo Poma ha detto di aspettarsi “un altro anno record in occasione del 60esimo anniversario del brand, anche grazie al lancio della prima plug-in, l’erede dell’Aventador”. Numeri record anche per Bentley che ha registrato un risultato operativo in crescita dell’82% a 708 milioni. “Brexit continua a pesare, in particolare sulla logistica, ma abbiamo un portafoglio prodotti molto forte”, ha detto il Cfo Jan-Henrik Lafrentz. Ducati invece, nell’anno della vittoria in Moto Gp con Francesco Bagnaia, ha superato per la prima volta 1 miliardo di euro di ricavi (+24%), con un margine record del 10%. Per Ducati prosegue la strategia di aprire punti vendita presso i dealer Audi con l’obiettivo di arrivare a 100 entro il 2024. Sul fronte dell’elettrificazione, Ducati debutterà come fornitore del campionato di moto elettrico MotoE “ci servirà come laboratorio per lo sviluppo della prima elettrica che arriverà entro la fine del decennio. Ad oggi il punto debole sono le batterie”, ha detto il Cfo, Henning Jens.