Banche, First Cisl: nel 2022 chiuse altre 554 filiali

Colombani: "vulnus per coesione sociale"

FEB 4, 2023 -

Roma, 4 feb. (askanews) – Nel 2022 le banche hanno chiuso 554 sportelli sul territorio nazionale, un’ulteriore contrazione del 2,6% rispetto al 2021. Aumenta in parallelo il numero di persone che non hanno accesso ad una filiale nel comune di residenza: sono oltre 4 milioni, quasi 250mila in più di un anno fa. Numeri destinati a crescere: circa di 6 milioni di italiani, residenti in comuni nei quali è rimasto un solo sportello, rischiano di trovarsi a breve nella stessa condizione. Cala anche il rapporto tra popolazione e numero di sportelli (da 36,5 a 35,5 ogni 100mila abitanti). Questo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, che elabora i dati resi disponibili al 31 dicembre da Banca d’Italia e Istat. Confrontando i numeri con quelli di un anno fa emerge inoltre che il fenomeno non avanza in modo omogeneo tra le diverse aree del Paese. Nel 2022 le regioni più colpite sono state Lombardia (- 3,6%), Lazio (- 3,5%), Molise (- 3,4%), Friuli Venezia Giulia (3%). Nel complesso, a livello nazionale, la perdita di sportelli è stata del 2,6%. “Le banche dovrebbero riflettere sulle conseguenze delle chiusure per la coesione sociale ed economica del Paese – commenta il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani – Continuare a ridurre la presenza sui territori significa muoversi in direzione opposta agli obiettivi del Pnrr, che punta invece a chiudere il gap di sviluppo tra le diverse aree del Paese. Il progetto Polis, con cui Poste Italiane investirà 1,2 miliardi di euro, punta ad avvicinare i servizi della pubblica amministrazione ai cittadini integrando la rete fisica degli sportelli con il canale digitale. Si tratta – sottolinea Colombani – di un’iniziativa che rappresenta una grande possibilità di sviluppo per le piccole comunità e le aree interne, destinate altrimenti alla marginalizzazione. Un’iniziativa che le banche dovrebbero valutare con molta attenzione per ricercare soluzioni indirizzate all’erogazione di servizi ai clienti compatibili con l’attività bancaria, al fine di diversificare le fonti di ricavo e al contempo ampliare il patrimonio informativo determinante per le politiche del risparmio e del credito. Non va dimenticato infatti che le banche, pur essendo imprese, rivestono secondo la Costituzione una funzione sociale che il cambiamento d’epoca rende decisiva. L’ampliamento dei servizi e il ritorno alla territorialità, anche da parte delle grandi banche, consentirebbero – conclude il segretario generale di First Cisl – di coniugare i target di reddito con l’utilità sociale e la connessa nuova occupazione che ne deriverebbe”.