Banche, Bce fissa target specifici per ogni istituto su rischi clima

3 tappe, pieno adeguamento a richieste Vigilanza entro fine 2024

NOV 2, 2022 -

Roma, 2 nov. (askanews) – La Bce continua a spingere l’inserimento del concetto di “rischio climatico” nella attività delle banche e in questa ottica ha deciso di imporre obiettivi specifici per ogni istituto, da raggiungere entro la fine del 2024. L’annuncio è arrivato contestualmente a un nuovo rapporto di “revisione tematica”, in cui la vigilanza bancaria rileva come “nonostante progressi, le banche devono ancora migliorare su identificazione e gestione dei rischi climatici e ambientali”. Secondo la revisione anche se l’85% delle banche ora dispongono di pratiche almeno elementari sulla maggior parte delle aree, continuano a mancare di metodologie sofisticate e di informazioni dettagliate sui rischi climatici e ambientali. La vigilanza esprime “preoccupazioni anche correlate alle capacità di attuazione della maggior parte delle banche in quanto l’effettiva implementazione delle pratiche procede a rilento”. Secondo la Bce, le banche continuano a sottostimare in maniera rilevante l’ampiezza e la diffusione di questi rischi e praticamente tutte le banche, il 96% hanno “punti ciechi” sulla loro identificazione”. Con un comunicato la Bce riferisce di aver fissato obiettivi specifici per ogni singola banca vigilata per ottenere “un pieno allineamento con le sue aspettative per la fine del 2024” su una serie di requisiti, con tre tappe chiave intermedie. Primo, “la Bce si attende che le banche cataloghino adeguatamente i rischi ambientali e climatici e che conducano una piena valutazione del loro impatto sui loro impieghi al massimo entro il marzo del 2023”. Seconda tappa, “al massimo entro la fine del 2023 la Bce si attende che le banche includano i rischi ambientali e climatici nella loro gestioni, strategie e governance generale sui rischi”. Secondo l’istituzione alcuni istituti hanno già avviato “piani per la transizione a una economia a basse emissioni di carbonio, coinvolgendo i loro clienti”. Tuttavia “prevale un approccio attendista nella maggior parte delle banche, per esempio le banche non fissano obiettivi di interim per limitare le loro prese di rischi nell’ottica di impegni di lungo termine. Oppure – si legge – li fissano in maniera tale che l’impatto immediato sull’attività della è trascurabile”. Quasi fosse una sorta di resistenza passiva in attesa di eventuali mutamenti di policy. L’ultima tappa è fissata per la fine del 2024 quando “ci si attente che le banche raggiungano tutte le aspettative rimanenti della vigilanza sui rischi climatici e ambientali delineati nel 2020, inclusa una piena integrazione nei processi interni di adeguamento patrimoniale e negli stress test”. Da quanto annunciato dalla Bce appare che per ora non verrà imposto un secco adeguamento patrimoniale alle banche su questo concetto di rischio climatico, ma che piuttosto verrà “spalmato” con modalità ancora poco definite sui vari capitoli in base quali si calcolano i requisiti. Ma questo è solo in questa fase iniziale, non è+ da escludere che più avanti la vigilanza bancaria della Bce possa decidere soglie patrimoniali anche su questi elementi, con conseguenti costi che si ripercuoterebbero su imprese e famiglie. “Le tappe fissate verranno monitorate attentamente e se necessario verranno presi provvedimenti per assicurare che vengano rispettate”, aggiunge la Bce. Infine l’istituzione sostiene che “le buone pratiche viste in alcuni casi nel settore bancario mostrano che i progressi rapidi sono possibili”. Il rapporto pubblicato oggi copre 107 banche significative sottoposte alla vigilanza diretta della Bce e 79 banche meno significative, in riferimento alla loro rilevanza sistemica, su cui invece la vigilanza viene effettuata dalle autorità nazionali.