Clima, Visco: scarsa qualità dei dati frena contributo finanza

Occorre colmare diverse lacune sulla certificazione

NOV 26, 2021 -

Bakitalia Roma, 26 nov. (askanews) – Il contributo di banche e finanza è cruciale per alimentare le gigantesche risorse necessarie a finanziare gli investimenti sostenibili e sulla transizione energetica, ma al momento viene frenato dalla mancanza di dati adeguati sulla certificazione proprio di questa sostenibiltà. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco nel suo intervento al convegno annuale dell’Associazione Europea del Diritto Bancario e Finanziario. La forte espansione del mercato degli investimenti sostenibili e per la transzione ecologica “rappresenta una significativa opportunità per le banche – ha sostenuto Visco – che si impegneranno per finanziare direttamente progetti o sviluppare servizi e prodotti con lo scopo di favorire gli investimenti della clientela”. “Gli obiettivi di neutralità climatica da raggiungere nei prossimi decenni richiedono, peraltro, una mole ancora più elevata di finanziamenti al fine di modificare radicalmente il modo in cui produciamo, trasportiamo e utilizziamo energia”. Il governatore ha citato le stime dell’Agenzia internazionale dell’energia, secondo cui “entro il 2030 gli investimenti in tecnologie pulite dovranno triplicare a livello globale, raggiungendo i 4.000 miliardi di dollari”. “Per mobilitare una tale quantità di risorse occorre il pieno coinvolgimento del sistema finanziario, oggi frenato dalla scarsa qualità delle informazioni sui rischi legati al clima, che risulta decisamente inferiore a quella dei dati di natura finanziaria – ha detto – come quelli che riguardano i rischi di credito e di mercato. Questo problema è in parte originato anche dalla mancanza di una definizione generalmente accettata del rischio di sostenibilità”. “Nel caso del rischio di credito, ad esempio, la definizione comune considerata dagli investitori porta a una elevata correlazione dei meriti di credito assegnati alle imprese dalle diverse agenzie di rating. Per il rischio di sostenibilità, invece, l’esistenza di definizioni molto diverse – ha notato il governatore – che vanno da quelle che considerano solo gli effetti finanziari nel breve termine a quelle che contemplano anche l’impatto a più lungo termine, si riflette in una correlazione bassa tra i cosiddetti punteggi Esg (Environmental, Social, Governance) assegnati dalle diverse agenzie specializzate”. “Migliorare la valutazione di rischi finanziari legati al clima, facilitandone l’integrazione negli investimenti, richiede dunque di colmare le lacune nei dati, ampliandone la diffusione da parte delle imprese. Attualmente, la disponibilità di informazioni è limitata alle grandi aziende. Le imprese più piccole, che spesso operano in settori meno inquinanti, potrebbero pertanto perdere l’opportunità di raccogliere capitali a costi inferiori; per alleggerire l’onere della raccolta e della divulgazione dei dati sulla sostenibilità delle loro attività andrebbe intensificato il ricorso alle tecnologie digitali, in grado di fornire soluzioni innovative, creative ed efficienti”. E la rilevanza di questi temi, ha rivendicato Visco, è stata alla base della intensa azione per la promozione della finanza sostenibile nei lavori svolti quest’anno nell’ambito del Finance track della Presidenza italiana del G20.