Franco: per crescere servono prospettive migliori per giovani

"In 10 anni emigrati in 500mila, PNRR leva per uscire da circolo vizioso"

OTT 27, 2021 -

Pil Bergamo, 27 ott. (askanews) – L’obiettivo di una crescita “strutturalmente più alta” per il Pil italiano passa dalla capacità di creare “prospettive di vita e di lavoro migliori” per i giovani. Lo ha sottolineato il ministro dell’Economia Daniele Franco, intervenendo a Bergamo all’inagurazione dell’anno accademico dell’Accademia della Guardia di Finanza, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di numerosi membri del governo: il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, dell’Interno Luciana Lamorgese, dell’Univesità Maria Cristina Messa, dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Un obiettivo, quello di valorizzare i giovnai, rispetto al quale “non possiamo fallire”. Franco ha prima ricordato i dati molto negativi dell’Italia in termini di istruzione e competenze: quantitativi, dalla percentuale di posti di asilo nido fino alla percentuale di diplomati e laureati, ma anche qualitativi, con competenze rilevate al di sotto della media Ocse. E ha poi sottolineato come lo sviluppo delle economie avanzate è invece “connesso con l’innovazione tecnologica” e con la capacità di insistere su “settori di produzione ad alto valore aggiunto”. Dunque “per competere servono sistemi educativi che sappiano soddisfare le richieste del mercato del lavoro in termini competenze, sia umanistiche che tecniche, e assicurare un costante aggiornamento professionale per un sistema che deve affrontare la doppia transizione ambientale e digitale”. Questa, ha osservato Franco, è “la sfida che anche il nostro Paese deve affrontare per aumentare il potenziale di crescita”. L’aspetto invece peculiare della realtà italiana è “la perdita enorme di capitale umano con l’emigrazione dei giovani”, dato ancora più accentuato nel Sud, “non compensato” dall’attrazione di giovani dall’estero: “Nel 2019 quasi 70 mila giovani con meno di 40 anni hanno lasciato il paese. In meno di 10 anni quasi mezzo milione di ragazzi e ragazze se ne sono andati. I rientri sono stati pari a poco più di un quarto”. Giovani che lasciano l’Italia “perchè cresciamo poco e cresciamo poco perchè non valorizziamo i giovani”, un vero e proprio “circolo vizioso”. Dunque “cambiare passo su questa tendenza è il vero nodo della politica italiana” e il PNRR “è una leva importante per uscire da una situazione di stallo”. L’azione del governo “punta su competenze e ricerca come leva cruciale per la crescita, lo testimoniano le risorse nel Pnrr: 32 miliardi, con una strategia di intervento dalle scuole dell’infanzia all’università”. Il governo “sta intervenendo concretamente su molteplici fronti con l’obiettivo di instradare l’economia su un sentiero di crescita strutturalemnte più alto. I risultati si vedranno nei prossimi anni. Sviluppo del capitale umano, formazione e cura delle competenze sono requisiti fondamentali per la costruzione di una società aperta e inclusiva, e per aumentare la crescita e la competitività della nostra economia. Avremo successo se sapremo creare prospettiva di vita e di lavoro migliori per i nostri giovani, non possiamo fallire”, ha concluso Franco.