Benessere animale, nasce coalizione contro le #bugieinetichetta

Per fermare la certificazione volontaria promossa dal Governo

OTT 27, 2021 -

Zootecnia Roma, 27 ott. (askanews) – Una alleanza per fermare la certificazione sul benessere animale su base volontaria proposta dal ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e dal ministro della Salute Roberto Speranza. A lanciare la “Coalizione contro le #BugieInEtichetta” sono 13 associazione animaliste e dei consumatori: Animalisti Italiani, Animal Law Italia, Animal Equality, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, Greenpeace, LAV, LEIDAA, Legambiente, OIPA, The Good Lobby. Secondo le associazioni si tratta di “un inganno in piena regola per i cittadini beffati da un’etichetta che, lungi dal garantire il benessere animale certificato, assicurerebbe una priorità d’accesso ai fondi PAC e PNRR a prodotti ottenuti con condizioni standard tipiche degli allevamenti intensivi, a scapito della trasparenza”. Il Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale (SQNBA), portato avanti dai Ministeri delle Politiche Agricole e della Salute insieme con Accredia, e istituito con l’articolo 224 bis nel Decreto Rilancio, prevede la certificazione e l’etichettatura volontaria di prodotti di origine animale che rispettano standard superiori ai requisiti di legge. La certificazione proposta dai Ministri, però, prevederebbe di etichettare con il claim “benessere animale” di fatto anche “tutti i prodotti provenienti da scrofe in gabbia e suini che hanno subito il taglio della coda, pratica in violazione delle disposizioni contenute nella direttiva europea di protezione dei suini se effettuata in via sistematica e, quindi, illegale. Tale certificazione garantirebbe inoltre priorità di accesso ai fondi PAC e PNRR, favorendo ancora una volta gli allevamenti di tipo intensivo, invece che stimolare la transizione verso sistemi più sostenibili”, denunciano le associazioni. L’attuale proposta per la certificazione volontaria dei prodotti suinicoli “tradisce la fiducia dei consumatori – spiegano – poiché non fornisce loro informazioni chiare e trasparenti sul metodo di allevamento degli animali, risultando al contrario estremamente ingannevole: se il decreto verrà approvato senza le opportune modifiche chieste dalla coalizione, infatti, chiunque sceglierà di acquistare al supermercato prodotti che recano sull’etichetta l’indicazione benessere animale, non avrà garanzia alcuna che gli stessi provengano soltanto da allevamenti che adottano standard superiori ai requisiti minimi di legge”. Il rischio, spiegano le associazioni, è anche quello di trovarsi a pagare di più per prodotti ottenuti con metodi di allevamento intensivo, esattamente gli stessi di oggi.