Patuanelli: caporalato, potenziare utilizzo legge già esistente

Ridare a filiera agricola capacitòà distribuire valore a lavoratori

GIU 18, 2021 -

Agricoltura Roma, 18 giu. (askanews) – “Dobbiamo discutere del lavoro che non vogliamo, quello che non dà qualità, non dà garanzie, non dà diritti e che porta al pericolo quando si lavora e a una vita debole e fragile perché la capacità di reddito è bassa e non dà dignità agli esseri umani”. Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, intervenendo alla iniziativa “Futura 2021. Categorie e tutele individuali” promossa dalla Cgil, con le sigle Flai e Flc. Patuanelli ha quindi fatto riferimento alla legge 199 del 2016: “la Legge 199 – ha spiegato Patuanelli – ha una parte che funziona, quella repressiva che consente alla polizia giudiziaria di intervenire in modo radicale ma può intervenire in tutti i frangenti per ovvie ragioni legate al numero di verifiche e segnalazioni. Ma c’è una parte che invece va potenziata. Troppo spesso in questo Paese quando c’è un problema lo si affronta con una nuova normativa o modificando l’impianto normativo esistente. Io penso invece che le normative ci siano per affrontare certi argomenti, ma che devono sviluppare ancora appieno le loro potenzialità. La rete del lavoro agricolo di qualità – ha aggiunto il ministro – deve essere elemento centrale che va potenziato nell’utilizzo, non nel dispositivo normativo. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione sul tema perché troppo spesso dell’argomento se ne parla solo quando c’è un morto o la retata, mentre dobbiamo quotidianamente mettere al centro il diritto dei lavoratori e delle lavoratoci del comparto agroalimentare”. Il ministro ha sottolineato che “un grande pezzo del percorso va fatto attraverso la capacità della filiera agricola di potere dare un reddito dignitoso ai lavoratori. Spesso anche il datore di lavoro vive una difficoltà reddituale – ha ribadito – perchè la catena del valore è troppo lunga e la distribuzione del valore aggiunto è distorta che si concentra in una parte e non arriva sul produttore”. “Da parte mia – aggiunge – il primo elemento per risolvere il prolema in modo strutturale è garantire ai produttori un reddito dignitoso e lo facciamo con i ragionamenti sulle filiere: aver inserito nel fondo complementare del Pnrr 1,2 mld per i contratti filiera ha questo come elemento principale”. “Questo è l’elemento strutturale, quello patologico si affronta con la consapevolezza del problema – ha concluso Patuanelli – e mi pare chiaro che su questo si debba fare ancora un percorso tutti insieme”.