Entro 6 anni auto elettriche meno costose di quelle tradizionali

Studio BloombergNEF per Federazione europea Transport Environment

MAG 10, 2021 -

Milano, 10 mag. (askanews) – Tra il 2025 e il 2027 i veicoli, di qualunque segmento considerato, costeranno meno di quelli con motore tradizionale, anche in assenza di tassazioni agevolate o di eventuali incentivi economici all’acquisto. E’ quanto viene previsto da un’analisi di BloombergNEF commissionata dalla Federazione europea Transport & Environment (T&E). A spingere la tendenza il crollo del prezzo delle batterie ed eventuali interventi dei legislatori che fissino la phase out della auto tradizionali.

Nel dettaglio, secondo lo studio BNEF, il primo segmento di veicoli elettrici a diventare più convenienti di quelli tradizionali sarà quello dei commerciali leggeri, già nel 2025. Seguiranno, l’anno successivo, le berline elettriche (segmenti C e D) e i SUV di tutte le dimensioni. Le ultime a raggiungere la parità, fra sei anni, saranno le auto più piccole (segmento B). Gli analisti di BNEF avvertono però che la diminuzione dei costi di produzione e il conseguente aumento di consenso dei consumatori sono strettamente connessi con l’aumento dei volumi di produzione e vendite di veicoli elettrici. Ecco perché Transport & Environment sottolinea l’importanza di prevedere degli obiettivi vincolanti intermedi al 2027, oltre a quelli già previsti nel 2025 e 2030, per poi raggiungere il target finale che preveda lo stop alla vendita di nuovi veicoli a combustione interna nel 2035.

“Lo studio BNEF dimostra come i veicoli elettrici rappresenteranno presto una realtà alla portata delle tasche di tutti i nuovi acquirenti. Entro massimo 6 anni, saranno più economici dei motori a combustione interna. Una buona notizia per il clima, per i consumatori e per la leadership industriale europea – commenta Veronica Aneris, direttrice per l’Italia di T&E – L’esempio più significativo in tal senso è quello dei furgoni leggeri: in questo segmento, i veicoli elettrici rappresentano oggi appena il 2% delle vendite totali, a causa di standard di emissioni molto deboli che non stimolano i produttori a investire nella transizione. Eppure, proprio i furgoni elettrici sono quelli per i quali è più vicina la data in cui costeranno meno dei furgoni tradizionali: molto dipende dal costo delle nuove batterie che, ricorda lo studio BNEF, dovrebbe crollare del 58% entro il 2030, rispetto ai prezzi del 2020. I veicoli in cui il costo delle batterie incide di più, come appunto i furgoni leggeri, diventeranno più economicamente vantaggiosi in un tempo minore”.

Senza forti politiche di indirizzo – è ancora considerato nello studio – le auto elettriche a batteria raggiungeranno una quota di mercato dell’85% e I furgoni solo l’83% entro il 2035. I veicoli inquinanti continuerebbero quindi a essere venduti più a lungo e questo – come sottolinea T&E – impedirebbe alla Ue di centrare l’obiettivo di decarbonizzazione che si è posta per il 2050. “Con le giuste politiche, le auto e i furgoni elettrici possono raggiungere il 100% del mercato entro il 2035 in Europa – continua Veronica Aneris – Il governo italiano deve favorire questa transizione storica, da un lato sostenendo in Europa obiettivi di riduzione di CO2 più stringenti per i costruttori e introducendo il 2035 come data di fine vendita dei motori a combustione interna, dall’altro accelerando la diffusione dei veicoli elettrici nella flotta italiana. È ora di rimboccarsi le maniche, di dispiegare una rete di ricarica nazionale adeguata e di introdurre politiche fiscali mirate e coerenti”.