Alitalia, Ita parte con la flotta dimezzata e insorgono i sindacati

All'inizio saranno 52 gli aerei per arrivare a 110 nel 2025

DIC 18, 2020 -

Roma, 18 dic. (askanews) – Ita, la newco Alitalia, parte “snella” con una flotta iniziale di 52 aerei, dimezzata rispetto agli attuali 104 aeromobili e 5.200-5.500 dipendenti, facendo infuriare i sindacati che chiedono al ministero del Tesoro di intervenire. I vertici della newco hanno presentato lo schema del Piano industriale che dalla prossima settimana verrà inviato al parlamento e alla Commissione europea.

La parola d’ordine è quella di creare una compagnia sostenibile economicamente, che sia ancorata all’andamento del mercato, come ha spiegato il presidente di Ita, Francesco Caio. E per far questo, dato che all’inizio la navigazione “sarà a vista”, i numeri saranno molto contenuti anche se l’obiettivo è quello di arrivare a fine piano e cioè al 2025, con 110 aerei (32% degli aerei di lungo raggio e 75% di velivoli di nuova generazione) e 9.500 dipendenti. Attualmente, l’Alitalia in amministrazione straordinaria, conta 10.500 dipendenti circa, con una flotta di 104 aerei.

I numeri finanziari del Piano sono ambiziosi. Si punta al pareggio di bilancio al livello di Ebitdar già al 2022 e al 2023 per quanto riguarda gli utili operativi, per arrivare a una redditività del 7% al 2025. A fine piano inoltre la compagnia punta ad ottenere 3,4 miliardi di ricavi. Fiumicino sarà l’hub di riferimento, mentre l’aeroporto di Linate verrà dedicato alla clientela business. L’handling e la manutenzione sarnno due società distinte, entrambe controllate dalla holding. Un capitolo importante nel piano è poi dedicato alla partnership che dovrà essere industriale e non solo finanziaria. I colloqui sono già in corso con i gruppi che nel passato hanno manifestato interesse per la vecchia Alitalia, ovvero AirFrance Klm, Lufthansa e Delta. Per quanto riguarda le rotte, nel primo anno saranno 61 e ci sarà un focus sul lungo raggio, privilegiando le rotte più profittevoli, ovvero quelle con il Nord America, ma con un’attenzione anche verso quelle rotte che inizialmente non rendono molto ma che bisogna comunque operare per un discorso di strategia nel lungo periodo, come quelle dell’Estremo oriente.

Ita insomma si pone l’obiettivo di diventare la prima scelta sulle destinazioni internazionali da e per Fiumicino e di essere la compagnia di riferimento per il traffico business e leisure da e per Milano Linate. È inoltre previsto lo sviluppo del trasporto cargo attraverso l’utilizzo della capacità belly degli aeromobili ed è in corso di valutazione il possibile avvio di attività full cargo sull’aeroporto di Milano Malpensa.

Di obiettivi ambiziosi ha parlato anche il presidente di Ita, Francesco Caio secondo il quale la nuova compagnia sarà caraterizzata dalla “prudenza nel partire , ma ambizione nell’arrivare. Siamo qui – ha aggiunto – con un obiettivo di medio periodo per creare un vettore competitivo. Un vettore con una crescita sostenibile nel medio periodo che abbia una capacità di sostenibilità, sia ambientale che economica”.

“Abbiamo la possibilità di creare una strategia che parta da una totale discontinuità dal passato – ha aggiunto l’ad Fabio Lazzerini -. Partiamo come una start-up. E’ una sfida meravigliosa ma anche una grande responsabilità”.

“Serve più coraggio da parte dell’azionista Mef – lamentano invece Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl TA – per dare un indirizzo chiaro al cda e all’ad, visto che i 3 miliardi, investiti dal Governo sono stati stanziati per rilanciare Alitalia e tutto il trasporto aereo, non per licenziare. Non si può sprecare questa occasione unica ed irripetibile per un rilancio vero e duraturo della compagnia che, nelle intenzioni di tutti, deve tornare ad essere un asset strategico del paese e competere con le altre compagnie aeree europee”.

Ai sindacati risponde Lazzerini: “bisogna avere un approccio graduale per avere un percorso profittevole, capace di assorbire occupazione. Con i sindacati abbiamo una relazione franca. Sono assolutamente sicuro che troveremo un accordo”. (di Gianluca Senese).

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