L’Ocse vede meno scuro su Pil globale e Italia (ma in 2020 -9,1%)

Raccomanda più efficienza nella PA e riforme di giustizia e fisco

DIC 1, 2020 -

Roma, 1 dic. (askanews) – L’Ocse ha nuovamente ridimensionato la previsione sul crollo del Pil dell’Italia e globale, che quest’anno verrà causato dalla pandemia. Ora l’ente parigino pronostica un meno 9,1% nella Penisola, sostanzialmente in linea con le attese de governo. Sul 2021 è atteso un recupero del 4,3%, cui dovrebbe seguire, secondo l’ultima edizione dell’Economic Outlook, un ulteriore più 3,2% nel 2022.

In questo modo nemmeno a fine 2022 verrebbe stato recuperato il calo del 2020. Tuttavia le cifre di quest’anno segnano un ulteriore miglioramento rispetto al meno 10,5% indicato dall’Ocse nell’aggiornamento di interim dell’Economic Outlook di settembre, che a sua volta era stato oggetto di un ridimensionamento rispetto al meno 11,3% indicato nelle previsioni del 10 giugno. Sempre a settembre sul 2021 era stimato un recupero più forte, del 5,4%.

In Italia “lockdown e incertezza stanno pesando sull’atività, anche se le misure del governo hanno mitigato gli effetti della crisi su imprese e famiglie”, afferma l’Ocse nel capitolo sull’Italia. Pensati, nel frattempo, gli effetti della crisi sui conti pubblici italiani.

L’Ocse prevede che il deficit di bilancio italiano raggiunga il 10,7% del Pil quest’anno, per poi attenuarsi in parte al 6,9% nel 2021 e al 4,4% nel 2022. Il debito lieviterà al 159,8% del Pil nel 2020, secondo le stime dell’ultimo Economic Outlook, e poi segnerà solo una limatura al 158,3% nel 2021 e al 158,2% nel 2022.

“Serve più crescita per migliorare la posizione di bilancio nel medio termine”, afferma l’Ocse. E sul come trovare più espansione l’ente parigino rilancia la sua ricetta di lunga data che chiede interventi strutturali. A cominciare da un “rafforzamento dell’efficacia della pubblica amministrazione”. Negli investimenti pubblici, poi, bisogna dare priorità a quelli che, individualmente o assieme agli altri, hanno maggiore effetto positivo su crescita e occupazione.

E poi servono “riforme di giustizia e fisco”, miglioramenti del sistema fiscale così come della capacità del settore pubblico di gestire i progetti infrastrutturali. La digitalizzazione può aiutare a combattere il sommerso e più concorrenza aiuterebbe ad allocare meglio il lavoro tra settori e imprese.

Lavoro che a sua volta risente della crisi. Secondo l’Ocse il tasso di disoccupazione in Italia salirà il prossimo anno all’11% in Italia nel 2021. E resterà quasi invariato, al 10,9%, nel 2022, rispetto al 9,4% cui era sceso nel 2020. “Una crescita consistente de lavoro, specialmente per donne e giovani, arriverà solo nel 2022”, secondo l’ente parigino.

Guardando a prospettive più ampie, l’Economic Outlook ha ulteriormente attenuato la previsione anche sul crollo del Pil globale: ora stima un meno 4,2%, a fronte del meno 4,5% indicato nell’aggiornamento di interim dello scorso 16 settembre.

“Ci sono alcune ragioni per essere ottimisti”, ha affermato la capo economista, Laurence Boone durante la presentazione dello studio, citando gli sviluppi di vaccini sperimentali anti Covid e la ripresa di vari settori dell’economia, stimolata dalle ingenti misure anticrisi messe in campo dalle autorità.

Il prossimo anno è atteso un recupero del 4,2%, che quindi assorbirebbe tutta la perdita 2020, mentre sul 2022 è stimato un ulteriore più 3,7%. Su queste prospettive, tuttavia, permane “un livello di incertezza eccezionalmente elevato, sia al ribasso che al rialzo”, aggiunge L’Ocse.