Lagarde ammette: l’inflazione resta lontana dai valori auspicati

"Quando avremo dati a sufficienza valuteremo il da farsi"

SET 28, 2020 -

Roma, 28 set. (askanews) – L’inflazione dell’area euro è e resterà “lontana” dai valori obiettivo della Bce, che giudica “non soddisfacente” questa dinamica e che, quando avrà raccolto una quantità sufficiente di dati, procederà a “valutare cosa sia necessario” fare, anche in termini di eventuale “ricalibrazione” degli stimoli. E’ la prudente apertura che la presidente Christine Lagarde ha mostrato in una audizione al Parlamento europeo.

Audizione iniziata con un rafforzamento della retorica sulla gravità della crisi. “Nell’area euro – ha affermato – l’impatto della pandemia si sta facendo ancora sentire: le imprese fronteggiano difficoltà, le persone perdono il lavoro e le prospettive sul futuro restano incerte. Sebbene l’attività economica abbia segnato un rimbalzo nel terzo trimestre, la ripresa resta incompleta, incerta e diseguale”.

In questo contesto, gli schemi di salvaguardia dei posti di lavoro, come la Cassa integrazione e le garanzie pubbliche sui prestiti bancari “restano di importanza cruciale – ha avvertito – per ridurre l’incertezza e l’impatto cella crisi pandemica”.

Lagarde è stata quindi ripetutamente interpellata sulla adeguatezza dell’attuale linea monetaria (che è comunque già molto espansiva) e sull’opportunità di prendere ulteriori provvedimenti. A più riprese ha risposto senza sbilanciarsi, tenuto anche presente che deve cercare di tenere coeso un Consiglio direttivo Bce che perfino in questa crisi Pandemica ha visto i componenti più intransigenti muovere resistenze a alcune misure espansive, o alla loro portata.

Piuttosto, Lagarde ha ripetutamente rimandato la palla nel campo delle politiche di bilancio dei governi, avvertendo (e su questo facendo eco al Commissario europeo all’Ecnomia, Paolo Gentiloni) che gli stimoli devono proseguire e che non è proprio il momento di pensare a riduzioni. “Non siamo fuori dai guai, la ripresa deve ruggire – ha detto – non andare in stallo”.

Ma poi, proprio alle battute finali dell’audizione, la presidente della Commissione Affari economici e monetrari del parlamento Ue, l’italiana Irene Tinagli (he ha sostituito in quella posizione Gualtieri), ha ridato la parola all’eurodeputato portoghese Pedro Marques. E questi ha nuovamente incalzato Lagarde sulla politica monetaria, stavolta però mettendola spalle al muro con una domanda sui livelli di inflazione.

Lagarde ha dovuto riconoscere che anche i valori previsti a lungo termine dagli stessi tecnici della Bce, ossia inflazione all’1,3% sul 2022, risultano “non soddisfacenti, non sono vicini al livello obiettivo che perseguiamo in base al nostro mandato di stabilità dei prezzi”.

“Quando otterremo il giusto numero di informazioni, dati e prove empiriche – è l’apertura della presidente – valuteremo cosa sia necessario fare, quali strumenti utilizzare e se sia necessario o meno ricalibrare” gli strumenti “e quale flessibilità usare”.

Per il resto l’audizione non ha offerto grandi novità, se non il fatto che da due settimane a questa parte è ripresa la revisione strategica della Bce (avviata dalla stessa Lagarde e che era stata interrotta nella fase finora più acuta della pandemia). La presidente ha ribadito l’intenzione di utilizzare questo passaggio per inglobare obiettivi “green” e ambientali nella politica monetaria. E rispondendo alle proposte di un eurodeputato, ha perfino aperto alla possibilità di valutare di creare dei Tltro (rifinanziamenti ultra agevolati di lungo termine alle banche) con obiettivi appunto ambientali.