Pil, Confcommercio: nel III trim +10% ma prospettive incerte

Ad agosto consumi -8,7%, imprese terziario a rischio chiusura

SET 16, 2020 -

Roma, 16 set. (askanews) – Considerando il progressivo ritorno alla normalità delle attività economiche, si stima per il mese di settembre una crescita congiunturale del Pil, al netto dei fattori stagionali, del 2,6% dato che porterebbe ad una decrescita del 6,8% rispetto allo stesso mese del 2019. Dopo una riduzione del Pil nel secondo trimestre del 12,8% congiunturale (-17,7% il tendenziale), nel terzo trimestre il Pil è stimato in crescita del 10% rispetto all’ultimo quarto, con una riduzione del 9,5% nel confronto annuo. E’ il quadro tracciata dalla congiuntura realizzata da Confcommercio. Il rimbalzo del Pil “non salverà molte imprese del terziario dalla chiusura”.

Ad agosto, dopo la parziale battuta d’arresto di luglio, è proseguita, sia pure in modo disomogeneo, la fase di progressivo recupero della domanda. L’indicatore dei consumi registra, nel confronto annuo, un calo dell’8,7%. Se per i beni ci si avvia al ritorno sui valori dello scorso anno (-0,5%), per i servizi la situazione risulta più complessa (-23,3%).

Il terzo trimestre, “caratterizzato da un progressivo, seppure complesso, ritorno alla normalità, si chiude con molte incognite. I miglioramenti produttivi ed i tentativi di recupero continuano ad essere disomogenei sia a livello settoriale, sia territoriale. Le famiglie continuano a mantenere atteggiamenti ambivalenti nei confronti del consumo, tra voglia di ritorno alla vita pre-pandemia e paura per il futuro (sanitario ed economico)”.

Le prospettive a breve, secondo Confcommercio, “continuano ad essere molto incerte sia per i rischi di una recrudescenza della pandemia a livello mondiale, sia per gli effetti sul mondo delle imprese e del lavoro del prolungarsi dell’emergenza sanitaria. I modesti recuperi congiunturali rilevati a luglio sul versante dell’occupazione non possono far trascurare la progressiva riduzione di imprenditori nel settore dei servizi, sintomo della mancata riapertura di molte imprese, le cui conseguenze sul lavoro dipendente potrebbero diventare evidenti nei mesi autunnali. Anche questo fattore potrebbe attenuare il recupero della domanda interna. Inoltre, permane la questione della ridotta mobilità internazionale, elemento che induce a guardare con estrema prudenza alla possibilità di un completo recupero della filiera turistica, soprattutto per la componente extra-Ue”.