Federcasse, Giovannini ad assemblea: da Bcc contributo essenziale

Portavoce Asvis: educare a futuro sostenibile e intergenerazionale

LUG 29, 2020 -

Roma, 29 lug. (askanews) – L’esperienza della cooperazione, e della cooperazione di credito ha in sé già quegli elementi capaci di identificare un modello di sviluppo alternativo a quello neoliberista finalizzato alla massimizzazione di un profitto a breve. Soprattutto, una esperienza che si basa sulla attenzione alla dimensione inter-generazionale, che è la chiave per legare il passato e i suoi valori ad un futuro sostenibile. E’ la tesi sostenuta dal Portavoce della Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS) Enrico Giovannini in occasione della Assemblea annuale di Federcasse tenutasi martedì a Roma, nella “Lectio cooperativa” sul tema: “Protagonismo dei territori e cooperazione nelle comunità. Condizioni per un Patto tra le generazioni e la sostenibilità economica, sociale e ambientale”. Lo riporta un comunicato di Federcasse.

Si è trattata della terza “Lectio Cooperativa” – ormai tradizione delle Assemblee della Federazione italiana delle BCC – dopo le precedenti tenute dalla Presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia (2018) dedicata al riconoscimento della cooperazione mutualistica nell’Art. 45 della Costituzione e dal Direttore della Paris School of International Affairs, Enrico Letta (2019) sul futuro dell’Europa.

“La crisi ha colpito indistintamente, anche se con intensità diverse, settori produttivi differenti ed interi territori – ha esordito Giovannini – ma si evidenzia una maggiore resilienza per le aziende che avevano adottato, prima della crisi, scelte imprenditoriali sostenibili, il 40% delle imprese di questo tipo sono già proiettate allo sviluppo, contro il 20% di quelle che non avevano fatto questa scelta”.

“La sostenibilità – nella fase post-Covid – sarà l’elemento discriminante per impostare ed immaginare il futuro. L’Italia tutta, non solo il governo, dovrebbe aiutare le forze imprenditoriali, sociali, i giovani, a pensare al futuro in chiave di sostenibilità”. Una vera e propria “educazione al futuro” – ha detto Giovannini – come scelta culturale del nostro Paese, capace prima di tutto di immaginare, e poi di costruire, uno sviluppo diverso. Più equo più sostenibile. Questo farà la differenza”.

Corollario di questa visione della ripartenza è la valorizzazione di tutte quelle forme di “resilienza trasformativa” che stanno emergendo sui territori. Vale a dire di quelle esperienze che, nonostante la crisi, hanno mostrato di avere in sé valori o visioni del domani già improntate alla sostenibilità. In grado di valorizzare non solo capitale economico, ma anche sociale e umano. Occorre allora, per Giovannini, ripensare le politiche secondo cinque caratteristiche basate su un approccio culturale diverso. “Occorrono – ha aggiunto – politiche che proteggono; politiche che prevengono; politiche che preparano; politiche che promuovono; politiche che trasformano”.

“L’esperienza della cooperazione, e della cooperazione di credito – ha detto ancora – va proprio in questa direzione. Perché ha in sé già quegli elementi capaci di identificare un modello di sviluppo alternativo a quello neoliberista finalizzato alla massimizzazione di un profitto a breve. Soprattutto, una esperienza che si basa sulla attenzione alla dimensione inter-generazionale, che è la chiave per legare il passato e i suoi valori ad un futuro sostenibile”.

“Massima attenzione va prestata ai giovani – ha concluso – sui quali si scaricano tensioni spesso non sopportabili”. Da qui l’invito al Credito Cooperativo ad “aiutare il Paese a fare il grande salto culturale, politico e di visione intergenerazionale di cui ha bisogno. Perché tutto questo non è solo necessario, ma anche giusto”.