Ice: l’export italiano tornerà ai livelli del 2019 solo nel 2022

Da Covid brusca frenata: fa perdere 3 anni al percorso di crescita

LUG 28, 2020 -

Milano, 28 lug. (askanews) – L’export italiano tornerà ai livelli del 2019 solo nel 2022. Il Covid-19 segna infatti una brusca frenata facendo perdere tre anni al percorso di crescita del nostro dell’export, che era in marcia dal 2010. È quanto emerge dalla XXXIV edizione del Rapporto sul commercio estero realizzato dall’Agenzia Ice in collaborazione con Prometeia, Istat, Fondazione Masi, Università Bocconi e Politecnico di Milano, secondo cui la ripresa degli scambi mondiali nel 2021 sarà guidata dall’aggregato degli emergenti Asia, Cina in testa.

“I dati consuntivi confermano che nel 2019 l’export italiano godeva di un ottimo stato di salute – ha spiegato Carlo Ferro, presidente dell’Agenzia Ice – Aveva terminato l’anno con una crescita del 2,3% attestandosi a 476 miliardi e mantenuto la quota di mercato sul commercio mondiale stabile al 2,84%. Un risultato importante perché ottenuto in un periodo turbolento sui mercati mondiali, particolarmente per i Paesi europei, stretti nella disputa commerciale Usa-Cina, pressati dai dazi americani su molti beni esportati dall’Europa e confusi nell’incertezza su tempi e termini della Brexit”. La crescita nel 2019 ha riguardato, in particolare, il settore farmaceutico (+25,6%), mentre i tassi di crescita maggiori delle nostre esportazioni si sono registrati con il Giappone (+19,7%) e la Svizzera (+16,6%). Germania (12,2% sull’export totale italiano), Francia (10,5%) e Usa (9,6%) rimangono comunque i primi nostri tre mercati di sbocco.

“Anche i primi due mesi del 2020 – ha proseguito Ferro – sono stati positivi per l’export: +4,7% tendenziale, nonostante a febbraio fosse già evidente il rallentamento dei flussi con la Cina”. Istat ha recentemente pubblicato le rilevazioni del periodo gennaio-maggio che vedono l’export in caduta tendenziale del 16%, mentre l’andamento congiunturale segna una crescita del 35% da aprile a maggio: “primo segno di ripresa delle attività”, ha osservato Ferro. A marzo e aprile, in particolare, i flussi commerciali con l’estero hanno registrato una brusca contrazione rispetto al mese di febbraio: export -45,8%, import -32,3%.

Ad aprile, sottolinea Ice, avevamo stimato su dati Prometeia una flessione dell’export italiano di beni nell’ordine del 12% quest’anno, per poi crescere del 7,4% nel 2021 e del 5,2% nel 2022. Con queste previsioni l’export dall’Italia tornerà ai livelli del 2019 solo nel 2022. Istat ha previsto per il 2020 un calo del 13,9%, per beni e servizi e la Commissione europea, sempre per beni e servizi, stima una flessione del 13%. Anche alla luce dei dati di maggio la stima fatta nei mesi scorsi per il 2020 sembra ottimista, sottolinea Ice.