Atlantia: a picco in Borsa (-13,5%) su rischio revoca concessioni

Atlantia: scendiamo sotto il 51% ma restiamo nella società

LUG 13, 2020 -

Milano, 13 lug. (askanews) – Cola a picco in Borsa il titolo di Atlantia, la società dei Benetton che controlla Autostrade per l’Italia (Aspi). Il titolo cede oltre il 13,5% a 11,585 euro dopo essere stato in precedenza sospeso per eccesso di rialzo.

Sull’andamento della quotazione grava il rischio molto concreto della revoca delle concessioni autostradali. Il governo italiano, come ha annunciato lo stesso premier Giuseppe Conte, va verso la revoca della concessione ad Aspi nella riunione di domani del Consiglio dei ministri.

Intanto, la società ha ribadito le proprie posizioni:”No, Atlantia non ha intenzione di uscire da Aspi, ha riconosciuto gli errori e ora vuole avere – l’orgoglio e la pazienza di rimediare, anche con altri soci”, hanno detto in un’intervista a Repubblica gli amministratori delegati di Aspi e di Atlantia, Roberto Tomasi e Carlo Bertazzo, in risposta alla domanda se Atlantia sia disponibile a vendere tutto il pacchetto di Aspi, pari all’88% del capitale.

“Atlantia per raggiungere un accordo e sbloccare questa situazione è disposta a rinunciare a una parte dei suoi diritti di opzione in presenza di un aumento di capitale”, spiegano i vertici delle due società. “Già dal 6 febbraio scorso – ricordano – abbiamo aperto alla possibilità di diluirci a favore di soci terzi, sotto il 51% ma a condizioni di mercato e nel rispetto dei soci di minoranza Allianz e Silkroad”. In merito al tema della governance, i due Ad affermano: “siamo aperti a condividere la governance con gli eventuali nuovi soci pubblici e privati, come avviene in altre società internazionali. D’altronde il percorso sin qui è già stato condiviso. Ma saremmo disposti a condividere la governance anche nel caso che lo Stato, insieme ad altri rilevanti investitori, voglia entrare con una piccola quota senza dover far fronte a grandi esborsi di denaro. Questa soluzione sarebbe ottimale per l’interesse pubblico”, concludono Tomasi e Bertazzo.

Bos MAZ