Banco Bpm, sindacati: 250 filiali non hanno ancora riaperto

"Da Castagna progressivo abbandono modello banca del territorio"

GIU 26, 2020 -

Roma, 26 giu. (askanews) – Il Banco Bpm non ha ancora riaperto circa 250 filiali sul territorio nazionale, “chiuse apparentemente per l’emergenza coronavirus”, nonostante siano passati “quasi due mesi dalla fine del lockdown, mentre tutte le produzioni sono ripartite e la gran parte della concorrenza ha ripreso appieno l’attività”. Lo affermano Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin.

Questa situazione “sta determinando una forte concentrazione di personale e clientela nelle filiali aperte limitrofe a quelle chiuse, accresciuto rischio contagio, carichi di lavoro insostenibili, disservizi e conseguenti forti tensioni con la clientela, che sono già purtroppo sfociate in aggressioni verbali, fisiche e danneggiamenti al patrimonio”.

“Numerosissime – dicono i sindacati – le istanze pervenute da singoli clienti, associazioni, istituzioni locali che chiedono la riapertura delle filiali del proprio territorio. La forte concentrazione degli sportelli chiusi in territori poco colpiti dal virus, la presenza di numerose filiali con grandi spazi interni, la comune piccola dimensione commerciale degli sportelli ci fanno però pensare che queste chiusure poco o nulla abbiano a che fare con la tutela della salute di personale e clientela”.

Nessun impegno “alla completa riapertura da parte dell’azienda se non per fine anno, una prospettiva commerciale davvero poco credibile. Tutto questo mentre l’amministratore delegato Castagna dichiara che il piano industriale presentato a marzo è di fatto sospeso e che le filiali in chiusura saranno di più delle 200 precedentemente dichiarate”.

“Quello che possiamo leggere – sottolineano Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin – nelle scelte del Banco Bpm e dalle dichiarazioni di Castagna è soltanto una pervicace ricerca della riduzione dei costi, un progressivo abbandono del modello di banca del territorio verso un modello più automatizzato di servizio a distanza, senza peraltro vedere traccia di adeguati investimenti tecnologici. La prospettiva occupazionale e di sostegno alle economie locali del terzo gruppo bancario nazionale ne uscirebbe fortemente compromessa”.

Per questo i sindacati “chiedono con forza l’immediata e totale riapertura di tutti gli sportelli, sostengono tutte le istanze di clienti e istituzioni per mettersi totalmente al servizio del paese, impegnando tutte le capacità produttive e commerciali, senza lasciare indietro nessuno, a partire dai territori più svantaggiati, soprattutto in questo momento di particolare bisogno di credito di imprese e privati”.