Dl Rilancio, Upb: operazione ‘Patrimonio’ Cdp pesa su debito

Operazione complessa, quando funziona a pieno regime produce debito

MAG 27, 2020 -

Roma, 27 mag. (askanews) – “Per adesso non succede nulla ma va segnalato che potrebbe essere necessario un passaggio ulteriore”. A mettere in guardia sulla norma ‘Patrimonio’ Cdp del dl Rilancio è Giuseppe Pisauro, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), in audizione davanti alla commissione Bilancio della Camera: “attenzione – ha detto Pisauro – che quello strumento quando funziona a pieno regime produce debito”.

“La misura – ha spiegato Pisauro – viene esposta nei prospetti riepilogativi del decreto con un impatto sul solo saldo netto da finanziare. L’indebitamento netto non risulterebbe modificato poiché l’operazione comporta l’acquisizione di partite finanziarie, per definizione escluse da tale saldo. Secondo la Relazione tecnica, l’apporto di beni e rapporti giuridici, non comportando movimenti di cassa, non avrebbe effetti sul fabbisogno. Nelle Relazioni di accompagnamento al provvedimento, non sono menzionati effetti sul debito delle Amministrazioni pubbliche”.

Sebbene l’operazione “presenti una certa complessità e il profilo temporale dell’impatto sui conti sia subordinato a elementi al momento non noti, occorre sottolineare che le operazioni di capitalizzazione per il tramite di Patrimonio destinato di per sé costituiscono un aumento del debito delle Amministrazioni pubbliche. Tuttavia, una valutazione più precisa del profilo temporale dell’effetto sul debito è subordinata a una serie di elementi al momento non ancora definiti. Tali elementi potrebbero addirittura comportare, attraverso il versamento in Tesoreria della liquidità acquisita, e fino al suo utilizzo per le finalità proprie dello schema, uno strumento di finanziamento del fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche”, conclude il presidente dell’Upb.