Confagricoltura: ora un piano strategico Ue per l’agroalimentare

Giansanti: pandemia ha spazzato via orientamenti di poco tempo fa

APR 24, 2020 -

Roma, 24 apr. (askanews) – L’Europa “ha ora più che mai bisogno di un piano strategico di rilancio del sistema agroalimentare”, perchè “la pandemia ha spazzato via gli orientamenti e le discussioni svolte fino a qualche settimana fa sul futuro dell’agricoltura”. Lo afferma il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla luce dell’esito dell’ultimo Consiglio Europeo. Una riunione in cui i capi di Stato e di governo hanno affidato alla commissione Ue il mandato di presentare una nuova proposta sul quadro finanziario dell’Unione per il 2021-2027.

“La proposta attualmente sul tavolo – spiega Giansanti – è stata licenziata nel maggio 2018 e prevede un taglio del 12% a prezzi costanti dei fondi destinati all’agricoltura, con penalizzazioni a carico delle imprese che producono per il mercato e più integrate con l’industria di trasformazione. Quella proposta fa riferimento a uno scenario che è profondamente cambiato. L’emergenza sanitaria ha dimostrato che la produzione agroalimentare è un bene pubblico da tutelare e valorizzare”.

La politica agricola comune (Pac) “non può più essere un sistema di regole per redistribuzione tra gli Stati membri delle risorse finanziarie dell’Unione. Deve diventare uno strumento per rafforzare la sovranità alimentare. Dobbiamo chiederci se è sempre conveniente andare ad acquistare prodotti agroalimentari nei Paesi terzi e trasportarli per migliaia di chilometri per renderli disponibili ai consumatori negli Stati membri”.

“I mercati – sostiene il presidente – devono assolutamente restare aperti al commercio. Allo stesso tempo, però, dobbiamo realizzare tutte le potenzialità produttive di beni essenziali, rafforzando il sistema agroalimentare in Italia e nell’Ue. Un obiettivo che non è in contraddizione con il Patto Verde per l’Europa lanciato dalla Commissione”.

“Se ci affidiamo alla ricerca – aggiunge Giansanti – se puntiamo sulle innovazioni tecnologiche, sulle competenze e sulle capacità imprenditoriali, l’aumento della produzione può garantire la sostenibilità ambientale e una maggiore protezione delle risorse naturali. A questo riguardo l’Unione Europea può diventare un modello di riferimento su scala mondiale”.

Glv