Coronavirus, chiudono per sempre 2 altiforni Ferriera di Servola

Arvedi: è il giorno più triste della mia vita

APR 9, 2020 -

Roma, 9 apr. (askanews) – Con il turno della notte scorsa va ad arrestarsi definitivamente l’operatività dell’area a caldo della Ferriera di Servola a Trieste, rilevata dal gruppo Arvedi nel 2014. In cinque anni di presenza, Acciaieria Arvedi ha investito a Trieste oltre 250 milioni di euro, riattivando l’attività di produzione di ghisa nel rispetto delle prescrizioni previste dall’Aia, adempiuto interamente alle prescrizioni dell’accordo di programma, insediato una nuova unità produttiva di laminazione a freddo e salvaguardato i livelli occupazionali dello stabilimento.

Su richiesta formale delle istituzioni locali, Acciaieria Arvedi ha proceduto con “grande senso di responsabilità”, dice un comunicato aziendale, ed in coordinamento con il ministero dello Sviluppo economico ad “avviare un processo di decarbonizzazione e riconversione industriale del sito, di cui questo evento, marcato dall’ultima colata dell’altoforno, rappresenta il primo passo”.

Le complesse operazioni di spegnimento, iniziate a fine marzo, si sono svolte regolarmente e nel pieno rispetto delle normative di sicurezza e delle restrizioni sanitarie imposte dalla pandemia e con la supervisione dell’Arpa del Friuli Venezia Giulia.

Durante il processo di fermata non ci sono state emissioni anomale di nessun tipo: né dalla cokeria né dall’impianto di agglomerazione o dall’altoforno. Il presidente Giovanni Arvedi afferma che “questo è uno dei giorni più tristi nella mia lunga vita di lavoro”.