Federalberghi: urgente proroga termini pagamento imposte comunali

Il presidente Bocca: ridurre anche l'entità della tassazione

APR 8, 2020 -

Roma, 8 apr. (askanews) – Gli albergatori italiani chiedono con urgenza di “prorogare i termini per il pagamento di tutte le imposte comunali e di ridurne l’entità”. Alcuni comuni, secondo un’indagine del centro studi della Federalberghi, “hanno modificato la disciplina dell’imposta di soggiorno, adottando soluzioni volte ad alleviare le difficoltà indotte dall’emergenza coronavirus. In alcuni casi è stata rinviata l’entrata in vigore dell’imposta, in altri ne è stata sospesa l’applicazione, in altri ancora sono stati prorogati i termini assegnati alle strutture ricettive per riversare al comune le somme incassate prima che scoppiasse la tempesta”.

Le delibere sono state adottate dai comuni di Albissola Marina, Albisola Superiore, Arona, Bologna, Catania, Chioggia, Firenze, Genova, Lecce, Manerba del Garda, Milano, Modena, Moniga del Garda, Montecatini, Padenghe sul Garda, Padova, Pesaro, Pompei, Ravenna, Rimini, Riccione, Soiano del Lago, Taggia, Treviso.

“Ci muoviamo in uno scenario di mercato drammatico – afferma il presidente della Federalberghi, Bernabò Bocca – in cui la liquidità costituisce l’ossigeno indispensabile per consentire alle imprese di sopravvivere. Ringraziamo quindi i sindaci che hanno compreso la gravità della situazione e hanno risposto alla nostra richiesta di prorogare i termini per il versamento”.

“Apprezziamo anche – dice il presidente – la decisione di sospendere l’applicazione dell’imposta. Sebbene in questo momento, con gli alberghi vuoti, la misura rivesta un valore simbolico, essa potrà risultare utile in prospettiva. All’atto della riapertura, che sarà a dir poco complicata, anche un euro in meno sul prezzo della vacanza potrà aiutare a sostenere la competitività delle nostre destinazioni, determinando benefici per le economie locali.”

Ma i comuni italiani “che applicano l’imposta sono più di mille, mentre le delibere correttive sono state adottate in poche decine di località. Inoltre, ci sono anche altre imposte locali che gravano sul bilancio degli alberghi. Tra queste ricordiamo la Tari, la tassa per l’occupazione di suolo pubblico e i canoni demaniali, che vengono richiesti anche quando gli alberghi sono chiusi o vuoti, con la produzione di rifiuti azzerata, e gli spazi pubblici concessi alle aziende rimangono inutilizzati”.

“Ci appelliamo quindi a tutti gli amministratori locali – aggiunge Bocca – invitandoli ad adottare con urgenza provvedimenti che proroghino i termini per il versamento di tutte le imposte e ne riducano l’entità, commisurandola al periodo di effettiva operatività delle strutture e al reale numero di ospiti che utilizzano i servizi”.

Glv