Autostrade, sindacati: no a cessioni che indeboliscono il Paese

"Ancora voci di vendita della maggioranza a una cordata tedesca"

APR 6, 2020 -

Roma, 6 apr. (askanews) – Sarebbe “inaccettabile” una vendita della quota di maggioranza di Autostrade per l’Italia (Aspi) da Atlantia a una cordata tedesca. Lo affermano i segretari generali Stefano Malorgio (Filt Cgil), Salvatore Pellecchia (Fit Cisl) e Claudio Tarlazzi (Uilt), secondo cui “nonostante le smentite della ministra dei trasporti e del governo continuano ad avvicendarsi notizie su una possibile soluzione del contenzioso governo-Autostrade, con l’acquisizione delle quote di maggioranza della società da parte di una cordata capeggiata da una società tedesca”.

“Le infrastrutture autostradali – dicono i sindacati – sono un asset sensibile, vitale e strategico per il Paese e, al di là della loro alta redditività, devono rimanere comunque nella disponibilità dello stesso. Per questo motivo tale ipotesi non è oggi accettabile e costituirebbe un atto grave e ingiustificato, aggiungendo nuovi squilibri in un momento così grave per l’Italia, impegnata a controllare l’espandersi del coronavirus, che l’ha costretta a interrompere tutte le attività non essenziali”.

“Nonostante i giorni drammatici che tutti stiamo vivendo – aggiungono Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi – è necessario assumersi la responsabilità di pensare a come far ripartire il paese, una volta passata l’emergenza sanitaria. Sollecitiamo dunque il governo a giungere in tempi celeri a una soluzione definitiva di ambito nazionale della vertenza Aspi, perchè è urgente aprire una nuova pagina che metta al sicuro il futuro occupazionale di tutti i dipendenti, che in tale clima di incertezza stanno subendo anche le drammatiche conseguenze del crollo del traffico autostradale”.

Glv