Coronavirus, Coldiretti: bene difesa marchi, 3 su 4 all’estero

Prandini: golden power strategica per difendere l'alimentare

APR 5, 2020 -

Roma, 5 apr. (askanews) – La tutela del patrimonio agroalimentare nazionale “è una svolta storica dopo che ormai circa tre marchi storici su quattro sono finiti in mani straniere e vengono spesso sfruttati per vendere prodotti che di italiano non hanno più nulla, dall’origine degli ingredienti allo stabilimento di produzione”. Lo afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, giudicando positivamente l’intenzione del ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli di estendere anche all’alimentare la golden power anti-shopping straniero a difesa delle imprese italiane.

“Si tratta di un’inversione di tendenza – spiega l’organizzazione agricola – dopo che negli ultimi decenni gli stranieri hanno acquisito quote di proprietà nei principali settori dell’agroalimentare italiano: dalla pasta all’olio, dagli spumanti ai gelati, dai salumi fino ai biscotti. Uno shopping senza freni che è stato peraltro accompagnato solo da sporadiche azioni dell’Italia all’estero, dove spesso sono stati frapposti ostacoli”.

Negli anni “sono volati all’estero i marchi dell’olio Bertolli, Carapelli, Sasso, Sagra e Filippo Berio, la pasta Buitoni e la pasta Del Verde, il latte e formaggi di Parmalat, Galbani, Invernizzi, Locatelli e delle Fattorie Scaldasole, i salumi Fiorucci, la birra Peroni, i gelati Grom, Antica gelateria del Corso e Algida, i cioccolatini Perugina e Pernigotti, lo spumante Gancia, l’Orzo Bimbo, i cracker Saiwa, le bibite San Pellegrino, i liquori Stock, le caramelle Sperlari ma anche Acetum Spa, principale produttore italiano dell’aceto balsamico di Modena Igp, e la Nuova Castelli che è il principale esportatore di Parmigiano Reggiano”.

“L’emergenza coronavirus – sottolinea Prandini – che ha ridotto gli scambi commerciali, per la chiusura delle frontiere e le difficoltà nei trasporti, sta facendo emergere la consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza. L’Italia, che è il paese con più controlli e maggiore sostenibilità, ne potrà trarre certamente beneficio ma occorre invertire la tendenza del passato a sottovalutare il potenziale agricolo e alimentare nazionale”.

“A partire – aggiunge la Coldiretti – dall’esigenza immediata di rendere subito operativi voucher agricoli semplificati per studenti, pensionati e cassintegrati per sopperire alla mancanza di lavoratori dall’estero dopo che la chiusura alle frontiere ha limitato l’ingresso dei 370mila lavoratori stranieri che annualmente contribuiscono nei campi alla produzione di un quarto del Made in Italy alimentare. Un’esigenza per garantire le forniture alimentari alla popolazione e non far marcire i raccolti nei campi”.

Glv