Fincantieri, sindacati: impianti restano fermi, Cigo fino al 10

L'azienda e Fiom, Fim e Uilm si sono aggiornati al 9 aprile

APR 2, 2020 -

Roma, 2 apr. (askanews) – La fermata produttiva negli impianti di Fincantieri andrà avanti, con la cassa integrazione per il coronavirus estesa al 10 aprile. Lo affermano Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm dopo un incontro con l’azienda in videoconferenza. È stata concordata “la necessità di confermare la fermata, in coerenza con quanto disposto dal Dpcm vigente per continuare con efficacia la lotta alla pandemia e garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori dei cantieri e delle sedi centrali”.

Dopo una discussione “ampia e articolata, si è convenuto” che l’azienda “continuerà le azioni di prevenzione già intraprese e rafforzerà ulteriormente la sanificazione e la messa in sicurezza durante la fermata. La cassa integrazione ordinaria per Covid-19 sarà estesa al 10 aprile e sarà anticipata dall’azienda”. Il ricorso allo smart working “sarà esteso ulteriormente, implementandone l’utilizzo. La manutenzione e le attività utili alla ripresa produttiva saranno svolte con modalità che rispettano la salute e la sicurezza attraverso il coinvolgimento massimo delle Rsu-Rls e degli organi pubblici di vigilanza deputati al controllo”.

L’azienda e i sindacati “si sono aggiornati al 9 aprile per valutare le ulteriori azioni da intraprendere e decidere come proseguire per affrontare l’emergenza in atto, anche sulla base di eventuali future disposizioni governative”. Su richiesta delle organizzazioni sindacali, “l’azienda si è resa disponibile, qualora perduri la fermata in atto, a riconoscere la maturazione dei ratei del mese di aprile”.

I sindacati hanno inoltre chiesto “di posticipare la scadenza del welfare aziendale al 31 dicembre 2020. L’azienda si è impegnata infine a effettuare una ricognizione sull’apertura degli ammortizzatori anche nelle ditte che operano nei cantieri, sensibilizzando le aziende che non pagano la Cigo in maniera diretta a ricorrere alle anticipazioni bancarie previste dal protocollo di Cgil, Cisl e Uil con l’Abi”.