Coronavirus, Confindustria Veneto: no al fermo totale fabbriche

"Salute e impresa su binari paralleli, evitare default del Paese"

MAR 10, 2020 -

Roma, 10 mar. (askanews) – No al fermo totale delle fabbriche e dei trasporti, perchè “salute e impresa devono correre su binari paralleli per evitare il default del paese”. Lo afferma il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro, dopo una riunione “straordinaria e urgente” del consiglio di presidenza sulle notizie di imminenti provvedimenti di chiusura delle attività produttive.

Su questo punto “gli imprenditori veneti, ben consapevoli della gravità dell’emergenza, dichiarano l’assoluta necessità di tenere aperte le aziende, dando continuità a tutte le attività produttive e alla libera circolazione delle merci, perchè oggi il giusto e necessario proposito di fronteggiare l’emergenza sanitaria non può e non dove aggravare l’emergenza economica che sta già piegando l’intero sistema produttivo. Non una scelta tra la sanità e l’impresa, ma si può lavorare su due binari paralleli per evitare il default del paese”.

Chiudere le imprese “di territori che hanno forte vocazione all’export vuol dire non solo dare all’estero un segnale di mancata capacità produttiva ma anche rischiare la perdita di importanti quote di mercato, che sarà impossibile recuperare. Fatto che non potrà che ripercuotersi sui fatturati e l’occupazione. L’economia deve continuare a ‘funzionare’ nel pieno rispetto delle disposizioni già assunte dal governo per evitare il propagarsi del contagio, che tutte le nostre aziende stanno applicando con assoluto rigore”.

“Siamo pronti – aggiunge Carraro – ad attuare misure sanitarie estreme anche nelle nostre imprese, riducendo la forza lavoro allo stretto necessario e rendendo ancora più severe le misura anti-contagio, purchè ci sia consentito di continuare a tenere aperte le attività e dare lavoro a milioni di cittadini e famiglie italiane, appellandoci ancora di più al senso di responsabilità dei cittadini e dei lavoratori. Siamo aperti a ogni confronto per aprire un tavolo tecnico in Regione per valutare ogni ulteriore misura necessaria”.