Dazi Usa, Uiv: il vino italiano ancora salvo per sei mesi

"Oggi un risultato positivo, adesso un accordo su Airbus"

FEB 15, 2020 -

Roma, 15 feb. (askanews) – Il vino italiano sopravvive alla “roulette americana” e per almeno sei mesi resta al riparo dai dazi statunitensi. Lo afferma il presidente dell’Unione italiana vini (Uiv), Ernesto Abbona, dopo la scelta di Washington di mantenere lo status quo sui dazi nei confronti dei prodotti agricoli europei, lasciando sostanzialmente invariate le decisioni prese a ottobre del 2019.

“Tiriamo un sospiro di sollievo – sottolinea Abbona – e prendiamo fiato almeno per 180 giorni, termine entro il quale il governo americano potrà nuovamente rimescolare le carte sui dazi. Il risultato positivo è stato raggiunto anche grazie al lavoro delle istituzioni italiane, che voglio ringraziare, che hanno dato vita a innumerevoli azioni di sensibilizzazione verso l’amministrazione Usa a difesa del mondo del vino italiano”.

“Il problema dei dazi – spiega il segretario generale Paolo Castelletti – non si risolve certo con la decisione di oggi e continuerà a occupare la nostra agenda politica delle prossime settimane. I dazi sono ancora in vigore per una parte molto sensibile dell’agrifood italiano, così come resta penalizzata la maggior parte del vino europeo. Il fatto che l’agricoltura e il nostro settore paghino una disputa sul settore aerospaziale, che sta portando perdite di business e investimenti nel mondo del vino, è estremamente preoccupante e genera incertezza anche per le aziende di quei settori, come il vino italiano, che al momento non sono toccati dalle tariffe”.

C’è quindi la necessità di “proseguire nel dialogo con Trump per incoraggiare un processo di distensione” delle relazioni transatlantiche. La Uiv “si appella in primis alla commissione europea affinchè trovi un accordo nel brevissimo periodo con gli Stati Uniti per risolvere la questione Airbus. Ma chiediamo anche ai governi dell’Ue e degli Stati Uniti di costruire un’agenda positiva sul commercio, aprendo ulteriormente l’accesso ai rispettivi mercati per il settore vitivinicolo e rimuovendo tutte le tariffe sul vino, nella logica del principio ‘zero for zero'”.