Moda, la tessitura vale 7,6mld nel 2019: export a 4 miliardi

Al via la 30esima Milano Unica, all'insegna della sostenibilità

FEB 4, 2020 -

Milano, 4 feb. (askanews) – La tessitura made in Italy ha chiuso il 2019 con un giro d’affari di 7,6 miliardi di euro, in calo del 4,7% rispetto al 2018, con oltre 4 miliardi di export. A trainare il settore è la produzione laniera, che concorre per il 41% del fatturato complessivo, seguita dalla tessitura serica (18,6%) e dalla tessitura cotoniera (18,1%). I dati sono stati presentati in occasione della inaugurazione di Milano Unica, che fino al 6 febbraio metterà in mostra alla Fieramilano-Rho le collezioni dei tessuti e accessori dell’alto di gamma per uomo, donna e bambino della primavera-estate 2021.

All’edizione 2020 della fiera, la numero trenta, partecipano 477 espositori che metteranno in scena il meglio della tessitura italiana. Con una attenzione particolare alla sostenibilità: “Di fronte alle incertezze determinate dalla situazione politica ed economica internazionale, a cui si aggiungono i gravi rischi per la salute pubblica e il commercio mondiali derivanti dall’epidemia da virus sviluppatasi in Cina e i tragici incendi in Australia, possiamo solo alzare l’asticella del nostro impegno per un’industria sempre più sostenibile”, ha detto Ercole Botto Poala, presidente di Milano Unica.

Per sottolineare la centralità del tema, uno spazio tra i padiglioni di Rho sarà dedicato a Tendenze e Sostenibilità che si fondono in un’unica area di esposizione, informazione e approfondimento. L’obiettivo è mettere al centro la relazione tra la creatività e la sostenibilità. “Un cambiamento – ha aggiunto il presidente di Milano Unica – che non vuole essere solo un momento di condivisione fisica di spazi, ma che vuol favorire la contaminazione culturale e operativa tra i due asset strategici della tessitura made in Italy. Nell’industria del futuro prossimo, creatività e sostenibilità dovranno misurarsi non solo con la certificazione del prodotto ma anche con quella dell’intero processo produttivo”.

Il sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Ivan Scalfarotto, ha assicurato l’impegno del governo “a sostenere da un lato la grande tradizione del tessile italiano e dall’altro l’emergere di una nuova coscienza ambientale. Con questo approccio – ha detto – l’Italia può diventare sempre più competitiva sui mercati internazionali”.

Per il settore l’export è determinante. Nell’arco dei dodici mesi, rivela l’analisi economica di Milano Unica, le esportazioni sono arrivate a 4,14 miliardi di euro, sebbene in calo del -3,8% sul 2018. Contestualmente, le importazioni hanno presentato una debole flessione (-0,5%) attestandosi a circa 1,9 miliardi di euro. I mercati in crescita sono Francia (+2,2%), Usa (+3,1%), Spagna (+5,1%), Portogallo (+10,4%), Giappone (+8,5%) e Bulgaria (+11,5%). In calo invece mercati strategici come Germania, Cina e Hong Kong, Turchia e Tunisia che registrano -15,3%, -6,5%, -19,2%, -15,3% e -11,8%. Per quanto riguarda l’import, la Cina assicura il 27,4% dei tessuti importati in Italia, la Turchia il 19,1%. Al terzo posto, pur significativamente distaccato, il Pakistan con una quota di mercato dell’8,1%.