Roma, 5 dic. (askanews) – McDonald’s Italia nel 2018 ha distribuito risorse creando valore condiviso pari a 1,3 miliardi. Seicento ristoranti, 24.000 dipendenti, un milione di clienti al giorno: queste le cifre che caratterizzano l’attività di McDonald’in in Italia, una realtà consolidata e radicata da oltre 30 anni. E’ quanto emerge dall’analisi realizzata dall’Istituto Althesys per misurare l’impatto economico di McDonald’s nel nostro Paese, che è stata presentata a Roma.
L’Amministratore delegato di McDonald’s Italia, Mario Federico, si è soffermato sul termine ‘qualità’ che guida le scelte aziendali. Questo significa “un percorso che ogni giorno ci vede scegliere con responsabilità fornitori italiani – ha detto – partecipare alla sfida dell’occupazione e muoverci verso soluzioni sostenibili con l’obiettivo di contribuire attivamente al benessere e allo sviluppo del Paese”. In sostanza per Federico “qualità significa origine italiana”. L’84% dei fornitori sono infatti italiani e “l’obiettivo è di avvicinarci sempre di più al 100%. Siamo nati in America ma siamo a tutti gli effetti made in Italy”.
In particolare, di 1,3 miliardi di valore condiviso, oltre 725 milioni sono le ricadute dirette dell’attività di McDonald’s in Italia, la ristorazione vera e propria, 142,5 milioni sono ricadute indirette, ovvero ricchezza creata e distribuita dai fornitori, e oltre 395 milioni sono le ricadute indotte, ossia ricchezza prodotta lunga tutta la filiera produzione-consumo. Alessandro Marangoni, Chief Executive Officer di Althesys, ha spiegato che “la stima del valore condiviso esprime la capacità dell’impresa di creare valore per l’intero sistema economico italiano, facendo crescere l’occupazione e generando ricadute positive sulla filiera. Ogni euro di valore aggiunto prodotto da McDonald’s ne genera due di valore condiviso nell’intera value chain in Italia”. Importanti le ricadute occupazioniali di McDonald’s in Italia. L’azienda dà lavoro a 28.570 persone, tra dipendenti diretti dei ristoranti (24.000) e indiretti. Il 55% dei dipendenti diretti ha meno di 29 anni e il 92% è assunto con un contratto stabile. Le prospettive per il prossimo triennio sono di ulteriore espansione.