Consumi, Coldiretti: in Italia uno scandalo alimentare al giorno

Quattro su 5 per colpa di cibi e bevande importate

OTT 12, 2019 -

Cernobbio (CO), 11 ott. (askanews) – Nel 2019 in Italia è scoppiato fino ad oggi più di un allarme alimentare al giorno, per un totale di ben 281 notifiche inviate all’Unione Europea durante l’anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata al Forum Internazionale dell’agroalimentare a Cernobbio dove è stata apparecchiata la tavola dei cibi piu’ pericolosi venduti in Italia nel 2019 sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf) relative ai primi nove mesi.

Sul totale di 281 allarmi che si sono verificati 124 provenivano da altri Paesi dell’Unione Europea (44%) e 108 da Paesi extracomunitari (39%). In altre parole – precisa la Coldiretti – oltre quattro prodotti su cinque più pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (83%).

I pericoli maggiori per l’Italia – continua la Coldiretti – sono infatti venuti dal pesce spagnolo, come tonno e pescespada, con alto contenuto di mercurio e dal pesce francese, sgombro in primis, per l’infestazione del parassita Anisakis, ma sul podio del rischio ci sono anche i materiali a contatto con gli alimenti, per i quali si riscontra la cessione di sostanze molto pericolose per la salute del consumatore (cromo, nichel, manganese, formaldeide ecc.), in particolare per quelli importati dalla Cina. Nella black list alimentare – precisa la Coldiretti – ci sono poi i pistacchi dalla Turchia e le arachidi dall’Egitto per l’elevato contenuto di aflatossine cancerogene, presenti anche nei pistacchi dagli Stati Uniti e la salmonella enterica nelle carni avicole polacche.

Sul podio dei Paesi da cui arrivano in Italia il maggior numero di prodotti rischiosi al primo posto emerge la Spagna con 54 notifiche, riguardanti principalmente la presenza di mercurio nel pesce, seguita dalla Cina con 28 segnalazioni, soprattutto per migrazione di metalli nei materiali a contatto con alimenti e dalla Turchia con 22 avvisi, maggiormente per aflatossine nella frutta in guscio.

E questo accade – sottolinea la Coldiretti – nonostante il fatto che la Cina e la Turchia rappresentano rispettivamente appena il 2% e l’1% del valore delle importazioni agroalimentari in Italia mentre la Spagna arriva circa al 10%.