Alimentazione corretta e sostenibile: sfida non può più attendere

Impegno Fondazione Barilla: a dicembre il X Forum internazionale

OTT 9, 2019 -

Milano, 9 ott. (askanews) – Oggi il sistema alimentare, globalmente inteso, vive tre grandi paradossi. C’è un problema di eccesso di cibo a cui fanno da contraltare le difficoltà di accesso al cibo. C’è un problema di utilizzo delle risorse naturali, e infine, un problema di sprechi a fronte di risorse scarse. Eppure qualcosa, soprattutto nell’ultimo anno, sta cambiando. Ne sono convinti al Barilla Center for Food and Nutrition che a Milano, nella calzante cornice del Refettorio Ambrosiano, ha fatto il punto sul nostro sistema agroalimentare e sulle direttrici da seguire per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’agenda 2030. Ne abbiamo parlato con Anna Ruggerini, direttore operativo della Fondazione Barilla

“Il modo in cui ci alimentiamo determina impatti significativi su clima e ambiente – ha spiegato -. Il sistema alimentare è il responsabile del 30% delle emissioni di gas serra ed è un dato di cui dobbiamo prendere maggiore consapevolezza perchè non solo una alimentazione sana e sostenibile aiuta noi tutti a crescere in maniera sana e salutare permettendoci una vita longeva in salute ma ci permette di mantenere in salute il pianeta che ci ospita”.

Accanto all’impatto del sistema produttivo, il modo in cui, come singoli, scegliamo di alimentarci ha importanti ricadute sugli equilibri ambientali. Come italiani avremmo anche il vantaggio di avere una dieta che combina attenzione alla salute e all’ambiente, ma sempre più spesso se ne constata un distacco:

“Purtroppo oggi osserviamo che la dieta mediterranea è seguita sempre meno dalle persone e soprattutto viene abbandonata molto spesso in giovane età – ha confermato Ruggerini – L’Italia è maglia nera soprattutto per l’obesità infantile. Occorre un intervento strutturale e sistemico partendo da un recupero dell’educazione che inizia in famiglia ma un tema importante è anche l’educazione alimentare e ambientale che dovrebbe essere obbligatoria nelle scuole”.

In vista della Giornata mondiale dell’Alimentazione del prossimo 16 ottobre la Fondazione Barilla ha diffuso dei dati sullo stato dell’arte nel nostro Paese: pur essendo uno dei popoli più longevi al mondo (circa 83 anni di vita) con un elevato consumo di frutta (per l’85% degli italiani) e verdura (per l’80% degli italiani) giornaliero, oggi il 59% della popolazione è in sovrappeso o obeso contro un 2,5% malnutrito. Per accelerare un cambiamento che si fa giorno dopo giorno più urgente Fondazione Barilla è attiva su progetti come quello europeo Su-Eatable Life, che mira che mira a ridurre le emissioni di CO2 e l’impronta idrica relativa al consumo di cibo, intervenendo in alcune mense di aziende e università europee, come ci spiega Simona Castaldi, research project manager di questa iniziativa: “La mensa è un ambiente perfetto perchè attraverso la mensa transitano tantissime persone, in più noi tendenzialmente prendiamo abitudini dettate dall’ambiente in cui ci troviamo. Quindi le mense possono essere un laboratorio interessantissimo per formare le persone e dare l’occasione di trasformare una informazione in una reale opportunità di scelta trasformando le intenzioni in azioni”.

Oltre a progetti come questo, che ora sta entrando nella fase operativa con il lavoro su quattro mense italiane e quattro britanniche, da dieci anni Fondazione Barilla è impegnata con il Forum Internazionale su alimentazione e nutrizione che per l’edizione di quest’anno, prevista a Milano il 3 dicembre prossimo, ha un ambizioso obiettivo: “Con questa edizione vogliamo rafforzare il nostro impegno su proposte concrete – ha annunciato Ruggerini – e per questo ci siamo concentrati sul settore agroalimentare offrendo un’analisi che ci restituisce la necessità per tutti gli operatori di allearsi trovando nuove metodologie di reporting per consentire maggiore trasparenza rispetto all’impegno delle imprese verso la sostenibilità e verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Già perchè le imprese sono un pilastro importante in questo processo di cambiamento, che, come spiega il professor Angelo Riccaboni membro del Leadeship council Sdsn, hanno preso maggior coscienza del proprio ruolo: “C’è una consapevolezza nuova che le imprese che sono state parte del problema ora possono essere parte della soluzione, questa è una grande novità, però non dobbiamo neanche dare troppa responsabilità all’impresa: ci vogliono anche investimenti pubblici, educazione dei cittadini e una legislazione che dica quale è la cosa giusta”.

Le imprese dal canto loro diventano sostenibili anche perchè hanno dei vantaggi reali secondo Riccaboni: “La grossa novità che può essere leva di cambiamento è che gli investitori guardano a queste cose, ormai fondi e banche – ha sottolineato – guardano questi aspetti e per le imprese è anche conveniente per i propri destini finanziari e di mercato essere attenti a questi aspetti; non è solo una questione di essere buoni e responsabili, ora è conveniente e questa è la grande novità”.

La decima edizione del Forum internazionale sarà l’occasione per presentare lo studio di Fondazione Barilla “Fixing the Business of Food: The Food Industry and the SDG Challenge”, lanciato a New York, a margine della 74° Assemblea Generale delle Nazioni Unite.