Piano energia e clima, Illumia: avanti con decarbonizzazione

Il presidente bernardi in audizione per indagine conoscitiva

OTT 8, 2019 -

Roma, 8 ott. (askanews) – Questa mattina la Commissione X della Camera dei Deputati ha audito Illumia nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sulle prospettive di attuazione e di adeguamento della Strategia Energetica Nazionale al Piano Nazionale Energia e Clima per il 2030. A presentare le proprie posizioni in merito è stato Marco Bernardi, Presidente della società che secondo l’ultimo Monitoraggio Retail ARERA è posizionata come 15° operatore in assoluto mentre è il 2° considerando solo gli operatori privati italiani.

Bernardi si è detto da subito d’accordo con gli obiettivi di decarbonizzazione del PNIEC “ma cambiando metodo, puntando su PPA e su una cessione del credito di imposta più semplice e un’accelerazione dell’ammortamento a 5 anni e non a 10. A partire dal 2009” documenta Bernardi, “gli oneri generali di sistema sono cresciuti del 250%, riducendo l’effetto in bolletta del decremento del PUN del 30%: in un contesto del genere è impossibile far percepire ai clienti il valore aggiunto della concorrenza”. Ad aggravare ulteriormente la situazione l’obbligo per i venditori di versare gli oneri anche quando non riscossi. A questo proposito Bernardi ricorda le sentenze del Consiglio di Stato che solleverebbero i venditori da questa responsabilità, ma un rimedio non è stato ancora trovato. Illumia propone o un aggio ai venditori per l’attività di riscossione oppure una Centrale Pubblica di Incasso.

Il Presidente approfitta dell’audizione anche per dare un suo parere al DCO 397/2019 appena pubblicato dall’ARERA in vista del superamento della maggior tutela fissato per il 1 luglio 2020. Bernardi prima fotografa il mercato libero dell’energia come un vero e proprio paradosso: “A fronte di un lento tasso di switching dalla tutela al libero pari al 4% – di cui il 60% verso fornitori legati al distributore – gli operatori crescono in media del 17%, ma il grado di concentrazione rimane pressoché invariato, con i primi tre operatori che detengono quasi il 70% dal 2012”. Le proposte per invertire la rotta sono: i) albo venditori subito e albo Call Center; ii) unbundling di brand e funzionale, intervenendo sui vantaggi informativi di cui godono i gruppi verticalmente integrati; iii) tetti antitrust.

“Da questo punto di vista – ha affermato Bernardi – “il DCO ARERA pone buone basi per iniziare un lavoro di avvicinamento reale alla completa liberalizzazione. Riteniamo infatti positiva l’intenzione di allargare il più possibile agli operatori del mercato libero la partecipazione alla Nuova Salvaguardia per clienti domestici e ancor di più condividiamo la proposta di inserire anche dei requisiti industriali per fornire il servizio, che fanno riferimento indicativamente a 50.000 pod serviti. Crediamo che si tratti di un requisito estendibile anche all’albo venditori.” In merito all’ipotesi di gradualità nel superamento della maggior tutela tra business e domestici, Bernardi ritiene si sia prorogato a sufficienza, e sia giunto invece il momento di procedere con entrambi i segmenti di mercato.