CCN, Deprati: all’avanguardia nelle propulsioni veloci e ibride

'Lavoriamo su due nuove linee: la Fuoriserie e la Firma'

AGO 6, 2019 -

Roma, 6 ago. (askanews) – CCN guarda al futuro del mercato degli yacht di alta gamma, proponendo propulsioni veloci ma anche ibride che sappiano coniugare il comfort con il rispetto per l’ambiente. CCN, nuova firma della nautica Made in Italy, è un fiore all’occhiello della cantieristica italiana con uffici altamente innovativi e un sito produttivo di oltre 9 mila metri quadrati. Di proprietà della famiglia Gavio dal 2012, il cantiere ha lavorato in prima battuta su un nuovo assetto manageriale e una strategia aziendale, attraverso importanti investimenti in ricerca e sviluppo, per guardare oltreconfine. Ne abbiamo parlato con l’ingegner Diego Michele Deprati, ceo di CCN.

Ingegner Deprati, dopo il passaggio alla famiglia Gavio, la compagnia ha intrapreso un nuovo percorso del brand con la rifocalizzazione della propria strategia aziendale, la può spiegare?

“Il nuovo brand CCN è sostanzialmente la naturale evoluzione del marchio Cerri. Dopo l’acquisizione nel 2012 questo segmento di mercato era un po’ in crisi, quindi da qui la decisione del passaggio a una produzione di 3-4 unità all’anno, nel range 30-40 metri in metallo, semidislocante e veloce”.

Avete creato nuovi prodotti?

Abbiamo due nuove linee: la Fuoriserie e la Firma. La prima delinea yacht ingegnerizzati dal cantiere, ma basati sul design del cliente che caratterizza l’impostazione del progetto, con una customizzazione spinta. La linea Firma invece delinea tutti quelli yacht disegnati dal cantiere e che si prestano ai desideri del cliente, con un certo grado di customizzazione.

A quale clientela vi rivolgete, quali sono i vostri mercati?

La clientela è di carattere assolutamente internazionale. In questo momento stiamo consegnando un 31 metri ibrido con un elevatissimo contenuto tecnologico a un cantiere tedesco che presenteremo in anteprima mondiale ai saloni nautici di Cannes e Monaco di settembre. La nostra produzione è prettamente internazionale (Europa, USA, Arabia Saudita, Russia), ma vuole rimanere limitata alle 3/4 barche all’anno. Abbiamo qualche progetto di ampliamento, che permetterebbe comunque di aumentare la produzione di una unità all’anno.

Come stanno andando i bilanci?

Negli ultimi due anni, il valore della produzione è stato di 25 milioni all’anno. La previsione di impiego di alcune aree, potrà fare aumentare il volume del 30-40% nei prossimi 2-3 anni. In questi ultimi due anni siamo riusciti a chiudere il bilancio in attivo. Sono abbastanza positivo sul fatto che anche quest’anno riusciremo ad avere risultati soddisfacenti. Ormai il trend positivo dovrebbe rimanere questo.

Quali sono i vostri progetti nel medio termine?

In questo momento stiamo sviluppando una nuova gamma che abbiamo chiamato Dom: il 123 piedi realizzato per un armatore saudita sarà in consegna la prossima stagione e contemporaneamente stiamo lavorando sul 131 piedi, l’ammiraglia della famiglia che avrà la particolarità di nascere con un pedigree ibrido e un nuovo concept per quanto riguarda la poppa con una spiaggia sul mare e una zona verandata aperta.

Le fiere sono eventi importanti per voi?

Per noi l’opportunità delle fiere è di far vedere il cammino di crescita compiuto da CCN. Vogliamo lanciare un messaggio al mercato: oggi CCN è all’avanguardia sia nelle propulsioni veloci, ma anche il quelle ibride. Siamo pronti a questo salto.