Confassociazioni: fare squadra con le migliori energie in campo

Politici e imprenditori a confronto alla Conferenza annuale, a Montecitorio

LUG 2, 2019 -

Roma, 2 lug. (askanews) – Sinergia, condivisione, rete, piattaforma comune. Le migliori energie del Paese, impegnate da sempre a favore della crescita e dello sviluppo, possono, anzi devono fare squadra. È questo il filo conduttore che lega le diverse esperienze – politiche, imprenditoriali, sociali – rappresentate nel corso della Conferenza annuale di Confassociazioni, tenutasi oggi pomeriggio a Montecitorio, presso la nuova Aula dei gruppi parlamentari.

La mission di Confassociazioni. “Per rilanciare il futuro del nostro Paese serve un colpo di reni evocativo, un ‘new deal’, un nuovo orizzonte di cose semplici da fare per ritrovare quello che abbiamo perso durante la crisi: il nostro pensiero felice, quello alla Peter Pan che ci faceva volare, nonostante tutto. Come sistema Paese avevamo molte leadership culturali. Quasi tutte perse ormai. Dobbiamo provare a riconquistarle. Tutte quelle che avevamo e anche qualche altra”. È così che il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana, inquadra la mission messa in campo dalla confederazione, composta da 425 associazioni e con più di 750mila professionisti iscritti, di cui circa 136mila imprese.

“La nostra – aggiunge – è una vera e propria sfida di cambiamento, complessa ma sincera. Investire e non chiedere. Donare e non ricattare. Essere e non avere. Un Paese, denso di intelligenza e di cultura, di professionalità e di imprenditorialità, che vuole essere di servizio del mondo per produrre ricchezza e benessere per tutti. Con il ‘soft power'”. “L’Italia può farlo perché non vuole essere una grande potenza militare, ma solo un grande snodo culturale nel mondo dell’umanesimo digitale – sottolinea Deiana -. Un Paese che potrebbe essere leader di uno dei grandi vantaggi competitivi del futuro: quel ‘soft power’ di innovazione, leadership culturali e solidarietà che può farlo diventare un nuovo ponte strategico che vada da Stoccolma a Città del Capo o da Lisbona a Pechino. Per questo bisogna mobilitare e liberare le forze economiche e sociali del Paese, tutte insieme”. “Nella nostra squadra abbiamo persone straordinarie. E un particolare ringraziamento – conclude Deiana – va al direttore generale, Adriana Apicella”, che con il suo operato quotidiano testimonia come le donne siano “il motore” di Confassociazioni.

“L’Italia ha bisogno di essere rilanciata. Per farlo, dobbiamo partire dal rispetto della nostra identità, la resilienza e la capacità di innovare, di capire i cambiamenti e di essere rivoluzionari”, aggiunge dal canto suo Gianni Lattanzio, vicepresidente Confassociazioni international, convinto che vada messa al centro la “dimensione della persona”, attraverso l’associazionismo, “il luogo più giusto, dove si condivide la dimensione civica”.

Andrea Cioffi, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, considera la “cooperazione tra aziende” alla stregua di “un valore aggiunto”, dal momento che “permette il raggiungimento di risultati che il singolo non riuscirebbe mai a ottenere”. “L’Italia ha una grandissima quantità di menti brillanti, che vanno poi però all’estero. Noi dobbiamo essere in grado di fare sinergia”, continua l’esponente del governo, che punta poi l’attenzione sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, “una sfida che vorremmo lanciare”.

Per Ubaldo Livolsi, presidente di Semplice Italia, la ricetta giusta fa rima con “rete” e “condivisione”, ovvero “una piattaforma con le migliori conoscenze del Paese”. “Dobbiamo recuperare tempo e credibilità e non c’è bisogno di nuovi partiti politici. Ce ne sono già troppi, bisogna recuperare il pensiero felice…”.