Bankitalia: frena domanda credito imprese, primo stop da 4 anni

In seconda metà 2018 giù investimenti, segnali stretta creditizia

LUG 2, 2019 -

Roma, 2 lug. (askanews) – Nel secondo semestre del 2018 “la domanda di credito da parte delle imprese si è stabilizzata, dopo un quadriennio di crescita”. Lo afferma la Banca d’Italia in un’indagine su domanda e offerta di credito a livello territoriale realizzata a marzo 2019. Le richieste di prestiti “sono lievemente aumentate soltanto nel Nord-est, si sono mantenute invariate al Nord-ovest e sono leggermente diminuite al Centro-sud. La domanda è stata indirizzata prevalentemente al sostegno del capitale circolante, mentre quella destinata agli investimenti produttivi e al consolidamento delle posizioni debitorie in essere si è leggermente ridotta”.

Nella seconda metà del 2018 “si è interrotta la fase di allentamento dei criteri di offerta alle imprese dell’industria e dei servizi in atto dal 2014, con segnali di lieve inasprimento in tutte le ripartizioni territoriali. Anche le condizioni di accesso al credito per l’edilizia, già restrittive, si sono ulteriormente irrigidite”. Per i primi cinque gruppi bancari, “l’inasprimento si è realizzato prevalentemente attraverso il calo del le quantità offerte, più marcato al Centro-sud. Per gli altri intermediari l’irrigidimento è avvenuto, in tutte le aree, soprattutto attraverso l’aumento degli spread applicati alle imprese più rischiose”.

La domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie “è ancora cresciuta, in modo più intenso nelle regioni settentrionali, mentre la domanda di credito al consumo è rimasta invariata nel Nord-ovest e si è contratta nelle altre aree”. Dal lato dell’offerta, “le condizioni applicate ai prestiti alle famiglie sono rimaste stazionarie. Anche la durata e il rapporto tra finanziamento e valore dell’immobile (loan-to-value ratio) delle nuove erogazioni di mutui non hanno subito variazioni di rilievo”.

“Le famiglie – aggiunge Bankitalia – hanno mostrato una preferenza per il mantenimento di fondi sotto forma di depositi, mentre si è interrotta l’espansione delle richieste delle quote di fondi comuni. In tutte le aree, le remunerazioni offerte dalle banche sui depositi sono rimaste pressochè stabili mentre quelle sulle obbligazioni bancarie hanno ripreso a crescere dopo una prolungata fase di riduzione”.