Converti: bilancio di missione FdG è racconto del nostro impegno

Dg Fondazione don Gnocchi: è ciò che siamo e che serve costruire

GIU 19, 2019 -

Milano, 19 giu. (askanews) – “Il bilancio di missione 2018 della Fondazione don Gnocchi vuole essere il racconto non soltanto di ciò che è accaduto all’interno della nostra organizzazione in Italia e all’estero, ma vuole essere soprattutto un interrogarsi su quello che sono le realtà a livello di territorio. Significa che ci siamo, non soltanto abbiamo preso consapevolezza di quello che siamo e di che cosa facciamo ma soprattutto di ciò che è necessario costruire. Qualcosa che ha coinvolto i centri, che ha coinvolto il territorio lì dove avvengono le cose”. Così il direttore generale della Fondazione Don Gnocchi, Francesco Converti, ha illustrato oggi il bilancio di missione 2018 della onlus fondata quasi settant’anni fa dal sacerdote milanese don Carlo Gnocchi. La presentazione si è tenuta in una gremita “Aula maggiore” dell’Università Bocconi di Milano nel corso della giornata di studio intitolata “What’s on in Healthcare – Rendicontazione come strumento di responsabilità sociale: punti di vista e prospettive”, promossa dalla School of management.

Da questo bilancio di missione emerge una realtà complessa e articolata, che risponde in modo efficace ai bisogni di salute delle persone più fragili, aperta ai diversi territori nei quali opera, capace di attivare alleanze strategiche e potenziale reti con enti e istituzioni pubbliche, private, accademiche, dell’impresa e del volontariato, rimanendo coerente con i valori del suo fondatore.

“Si tratta di un percorso che ci ha visti interrogarci non soltanto su quelli che sono gli importanti obiettivi economico-finanziari raggiunti ma anche quali sono gli obiettivi in termini di valore e di umanità. Sono questi gli obiettivi a cui teniamo di più e quindi si tratta davvero di un racconto, un racconto che inserisce i volti, i nomi, le persone che ruotano intorno alla Fondazione e che tutti i giorni attraverso uno squarcio di vita quotidiano rappresentano la Fondazione” ha proseguito Converti, sottolineando che si tratta “di qualcosa che parta del territorio, che parta della prossimità e, attraverso anche questa giornata di riflessione profonda, restituisca valore alla Fondazione don Gnocchi, al territorio, perché questa è un’organizzazione che oggi ha una dimensione a livello nazionale e internazionale, dal Lazio alla Lombardia, Liguria, Emilia, Marche, Campania, Basilicata, ma è anche all’estero, nei Paesi più emergenti attraverso la sua connotazione di organizzazione non governativa e quindi siamo in Bolivia, in Ecuador, in Ruanda, in Burundi, in Bosnia Erzegovina, nei luoghi dove c’è da rispondere alla fragilità, nei luoghi dove ci sono le persone che bussano alla nostra porta nella ricerca di un’esperienza di cura”. “Quindi – ha concluso il direttore generale – questo vuol essere soprattutto un diventare trasparenti, metterci il volto, le voci, quindi un racconto di vita quotidiana: non è soltanto un riconoscimento dei numeri e delle cifre che dimostrano tangibilmente quali sono i risultati economico-finanziari ma interrogarsi su quanto questo si traduce in valore e in crescita per il nostro Paese”.

“I numeri del nostro bilancio sono importanti, ma a questi numeri dobbiamo accompagnare il valore dell’impatto che noi abbiamo sulla società, sulla famiglia e sulla vita delle persone” ha affermato, tra l’altro, la scienziata e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, Maria Chiara Carrozza, concludendo “in terapia intensiva si sopravvive, alla Fondazione don Gnocchi si deve ritornare alla vita”.

La Fondazione Don Gnocchi conta quasi seimila operatori, tra personale dipendente e collaboratori professionali, chiamati a prendersi cura di bambini e ragazzi disabili, pazienti che necessitano di interventi riabilitativi in ambito neuromotorio, e cardiorespiratorio, persone con traumi o patologie invalidanti, anziani non autosufficienti, malati oncologici terminali, pazienti con gravi cerebrolesioni o in stato vegetativo. Le prestazioni sono erogate in regime di accreditamento con il Servizio sanitario nazionale in 25 centri residenziali, due Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) e 28 ambulatori territoriali attivi in nove regioni, con 3.700 posti letto ed oltre 9mila persone curate o assistite in media ogni giorno. In qualità di Ong, la Fondazione ha attivato programmi di solidarietà e realizzato strutture di assistenza e riabilitazione e progetti di promozione umana e formazione in diversi Paesi in quasi tutti i continenti. Completa il quadro, l’attività di ricerca scientifica e innovazione tecnologica in collegamento con università ed enti di ricerca nazionali e internazionali. In convenzione con l’Università degli Studi di Milano, la Fondazione è inoltre sede di didattica e di tirocinio di sette corsi di laurea delle professioni sanitarie, oltre che sede di corsi di perfezionamento, scuole e master di specializzazione.