Federchimica: nei primi 4 mesi dell’anno produzione stagnante

Lamberti: rischio calo con situazione macroeconomica peggiore

GIU 17, 2019 -

Milano, 17 giu. (askanews) – Nei primi quattro mesi del 2019 la produzione dell’industria chimica risulta stagnante: 0,0% sullo stesso periodo dell’anno prima. È quanto emerge dalla nota congiunturale presentata da Federchimica a Milano, in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione, che ricorda come a fine 2018 si sia registrato un +0,5%.

“Per la prima volta da molti anni – ha detto Paolo Lamberti, presidente di Federchimica – stiamo subendo una battuta d’arresto: abbiamo una crescita a zero rispetto al primo trimestre dell’anno scorso e le previsioni per la seconda parte dell’anno prevedono una produzione ancora stagnante, con un rischio che se la situazione macroeconomica dovesse peggiorare ci potrebbe essere un ulteriore calo”.

Per l’associazione, a frenare la produzione è stata la significativa contrazione del settore auto e il generale ripiegamento in quasi tutti i settori clienti. “Si mantengono in moderata espansione solo quelli connessi ai consumi non durevoli delle famiglie (cosmetica, detergenza e chimica destinata all’alimentare)”, si legge nella nota congiunturale.

“Tornare a crescere – ha sottolineato Lamberti – è imperativo. Sono assolutamente necessarie semplificazione normativa e riforma della pubblica amministrazione, ambiti dove il divario tra l’Italia e gli altri Paesi è massimo. Sono interventi che non generano debito pubblico e non vanno contro le regole europee, ma serve visione e volontà politica per attuarle”.

Per il numero uno di Federchimica si tratta di misure che gioverebbero a tutti i comparti ma ancor più alla chimica, “il settore più regolamentato e che in quanto infrastruttura tecnologica può trasferire a tutti i settori manifatturieri soluzioni innovative, finalizzate all’efficienza e alla sostenibilità”. Necessari sono gli “investimenti per la ricerca e sviluppo così come la valorizzazione dei nostri centri di eccellenza per rendere attraente l’Italia per i ricercatori, italiani ed esteri”.