Rapporto Intesa Sanpaolo-Prometeia: manufatturiero verso ripresa

Industria italiana rafforzata, servono investimenti e tecnologia

MAG 21, 2019 -

Milano, 21 mag. (askanews) – Il periodo più difficile per il manifatturiero italiano dovrebbe essere passato, ma ora servono investimenti e maggiore competitività all’estero per garantire crescita nel prossimo quadriennio. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal 95esimo Rapporto analisi dei settori industriali che Intesa Sanpaolo e Prometeia hanno presentato a Milano. A introdurre il quadro macroeconomico il capo economista del gruppo bancario, Gregorio De Felice.

“Noi – ha detto ad askanews – vediamo un’industria italiana che si è rafforzata in questi anni difficili, quindi un’industria più resiliente anche alle incertezze internazionali, un’industria che ha investito e che ha cambiato il proprio modello di crescita, puntando molto di più sui mercati internazionali. Oggi l’industria italiana esporta il 48% di quanto produce sul nostro territorio. Nello scenario al 2023 vediamo una ripresa rispetto alla situazione attuale, una crescita più alta, con un andamento particolarmente positivo per il settore dell’automobile, per la meccanica, per il farmaceutico e per il largo consumo”.

L’industria italiana continua a beneficiare delle basi solide su cui poggia storicamente e l’analisi dei bilanci del 2017 conferma un rafforzamento patrimoniale e di redditività. Il quadro, insomma, nel complesso è positivo, pur con forti incertezze per il clima politico e per la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, oltre che per la situazione politica interna, in particolare in riferimento alle elezioni europee.

“Il settore manufatturiero italiano – ci ha spiegato Alessandra Lanza, Senior Partner di Promèteia – sta attraversando quest’anno un periodo di stasi, rimaniamo comunque su una tenuta del fatturato e ci attendiamo un recupero nel periodo di previsione 2020-23 con una intensificazione verso fine periodo”.

Grande attenzione è posta sul settore dell’automobile, con la transizione all’elettrico e l’introduzione di nuove tecnologie che appaiono come elementi decisivi per un forte rilancio del comparto. “L’elettrificazione delle auto – ha aggiunto Gregorio De Felice – rappresenta un’opportunità gigantesca per investire di più, per fare un cambio epocale dalla vecchia auto, dai vecchi motori, a sistemi di alimentazione diversi”.

“Al traino del settore dell’auto – ha fatto Eco Alessandra Lanza – seguirà tutta la componentistica in primis, ma anche il settore dell’elettrotecnica. Ci immaginiamo che i settori tradizionali del Made in Italy facciano anch’essi fatica quest’anno per l’incertezza sui mercati internazionali, ma poi ritornino a rafforzare le proprie posizioni competitive dall’anno prossimo, sfruttando l’ottimo posizionamento che hanno raggiunto negli ultimi anni e la grande flessibilità che hanno nel riuscire a cogliere mercati sempre in crescita, riposizionando le proprie esportazioni con la classica flessibilità degli esportatori italiani sui mercati più dinamici”.

E tra le possibili ricette per sostenere questo trend, De Felice ha individuato due aspetti in particolare: “Dobbiamo stimolare il più possibile gli investimenti – ha concluso il chief economist di Intesa Sanpaolo – sia pubblici, e quindi il tema dello sblocca-cantieri richiede poi una implementazione a livello di decreti attuativi, sia gli investimenti delle imprese che hanno accumulato un forte divario rispetto ad altri partner europei”.